Riceviamo e pubblichiamo

La manifestazione tenuta sabato a Larino sulla Sanità, ha visto anche la partecipazione di alcuni componenti del Comitato San Timoteo di Termoli. Una partecipazione, discreta e fortemente sentita, per esprimere in primis solidarietà alla famiglia di Michele Cesaride, e all’intera comunità di Larino, che ha visto la fine della sua vita tragicamente. Si è preferito partecipare in silenzio, rinunciando ad un intervento sul palco.

Si è scelto il silenzio, lo stesso silenzio assordante che negli ultimi cinque anni abbiamo registrato, in risposta alle numerose segnalazioni e richieste di attenzione e interventi sulla sanità, da parte della stragrande maggioranza della classe dirigente: Sindaci, assessori e consiglieri: comunali, regionali, parlamentari, rappresentanti di categorie, ….

L’occasione poteva essere utile, ma non opportuna per quanto di recente accaduto, per richiamare quanto in questi anni è stato detto e fatto nel servizio sanitario regionale, e soprattutto nel basso Molise, dimostrando il Comitato San Timoteo essere stato una Cassandra. Chi ha tempo e voglia, può visitare il sito web del Comitato San Timoteo (www.comitato-san-timoteo.webnode.it), troverà: documenti, proposte, interventi, …., prodotti nei cinque anni di attività civica.

Proprio ieri ricorreva il quarto anno del primo consiglio Comunale di Termoli, a guida Sbrocca, monotematico sulla sanità regionale, fortemente voluto dal Comitato San Timoteo, risultato: un semplice invito al Presidente Frattura di salvaguardare l’ospedale San Timoteo, nulla di più. Stessa sorte ha avuto anche il secondo consiglio comunale di Termoli, due consigli regionali monotematici sulla programmazione sanitaria, …

Il tutto si è svolto sempre come fosse un semplice atto dovuto, nulla di incisivo, di concreto, da parte delle rispettive assemblee consiliari, quasi a non voler disturbare il “manovratore”, sempre rispettosi dell’appartenenza politica, ben consapevoli su chi comunque ricadevano le responsabilità.

Lo stato “comatoso” in cui versa il servizio sanitario regionale è frutto, soprattutto, del P.O.S. 2015-2018, redatto dal Commissario ad Acta Frattura, concordato dal Tavolo Tecnico Interministeriale, attuando il famigerato decreto Balduzzi e i decreti attuativi, approvato con legge dello Stato, per evitare ostacoli nell’attuazione.

Non vi è dubbio che le responsabilità di quanto sopra ricadono sul Commissario-Presidente Frattura, all’epoca massima espressione della Sanità regionale e della regione, ma credo che corresponsabile è anche l’intera classe dirigente: Amministratori comunali, regionali, parlamentari, rappresentanti di categoria che poco o nulla hanno fatto, nei rispettivi ruoli, per condizionare Frattura nelle scelte di programmazione di cui al citato P.O.S. 2015-2018.

Ora basta! Occorre cambiare verso, necessità unità di intenti da parte di tutti: creare una comunità coesa per chiedere con forza la modifica del decreto Balduzzi, e apprestarsi ad una nuova programmazione sanitaria per gli anni 2019-2022, idonea e rispondente alle esigenze dei territori della regione.

Nicola Felice
Presidente Comitato San Timoteo

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