Il presidente della Regione Molise non fa in tempo ad occupare spazi mediatici esaltando il suo impegno per la sanità regionale che, attraverso la sua gestione, ripartirà per eccellere in futuro, che gli avvocati Massimo Romano, Margherita Zezza e Pino Ruta gli rifilano la bocciatura della giustizia amministrativa. La notizia la dà Romano sui social: “

Importantissima pronuncia del Consiglio di Stato che censura, ancora una volta, le gravi inefficienze della sanità regionale e scolpisce la priorità assoluta di garantire “il bisogno assistenziale” della comunità con “idonee misure organizzative ed operative finalizzate a fronteggiare, secondo criteri di efficacia e tempestività, il verificarsi di episodi, potenzialmente letali, di ictus emorragico”.

Felice di aver rappresentato con successo il Comune di Campobasso, insieme a Pino Ruta e Margherita Zezza, in questo contenzioso che getta le basi per la necessaria ed urgente correzione del Programma operativo”. Fa eco l’ex presidente della regione Michele Iorio che, in un passaggio della sua nota, preannuncia “conoscendo Toma dirà che non è colpa sua”. Neanche 12 ore dopo Primo Piano Molise riporta le parole del governatore: il POS bocciato dal Consiglio di Stato ‘è di Giustini”. Vero, anzi no. Quel programma operativo non l’ha scritto nemmeno l’ex commissario generale. Gli è stato scritto direttamente dal ministero della salute, quei famosi tecnici che da anni toglierebbero anche l’aria se servisse a tirar fuori quattrini che mai risaneranno il disavanzo sanitario perché siamo piccoli, troppo piccoli per garantire che le tasse che paghiamo coprano una attenta gestione della sanità pubblica. Ci vuole l’intervento dello Stato. Così Toma dimentica di dire che il piano lo hanno scritto sotto dettatura del ministero in epoca Giustini anche che Giustini non lo ha mai firmato. Vigliaccamente, invece, quel piano oggi messo accusa dalla magistratura lo ha firmato Toma per ottenere la nomina a commissario della sanità. Barattando la sua nomina con la condanna a morte di noi cittadini. Perché possiamo scegliere la frase più dolce possibile ma la realtà non cambia: se “ci viene un coccolone”, chi guida la sanità molisana sa che siamo a rischio morte perché in Molise il nostro unico ospedale che è pure centro Covid, non ci può garantire le cure a causa della sua firma su quel POS.

Se questo signore, Toma, avesse a cuore il bene di noi cittadini dovrebbe fare di tutto già oggi per eliminare quell’atto bocciato dal tribunale romano. Altrimenti è un dato di fatto: in Molise si muore per colpa di Donato Toma che, a questo punto, non poteva non sapere delle conseguenze che produce la sua firma sul Piano Sanitario Regionale.
Tutto il resto sono chiacchiere da bar.

gr

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