SE UN GIORNALISTA SUPERA UNA SELEZIONE INTERNA LA RAI È OBBLIGATA AD ASSUMERLO E NON PUÒ ESIGERE ALCUNA SOTTOSCRIZIONE DI TRANSAZIONE CHE CANCELLI DIRITTI PREGRESSI

Un giornalista, dipendente RAI, dopo essersi collocato utilmente nella graduatoria del cosiddetto “giusto contratto”, si è visto opporre quale condizione all’assunzione la sottoscrizione di una transazione tombale di ogni diritto e azione pregressa.
La pretesa dell’azienda nasceva da quanto deciso in sede di accordo sindacale tra la Rai e il sindacato Usigrai, denominato, appunto, “giusto contratto”, che prevedeva l’assunzione di 250 dipendenti col titolo di giornalista ma con contratti diversi, dipendenti che, comunque, nella maggior parte dei casi, hanno svolto di fatto mansioni giornalistiche con possibilità di rivendicazione di inquadramento, differenze retributive e regolarizzazione previdenziale.
La firma della transazione, quindi, permetteva all’azienda di azzerare un conteggio che sarebbe risultato esorbitante per le sue casse, ma con evidenti effetti negativi per chi ha reso attività giornalistica di fatto e per coloro che sono stati esclusi dall’accordo pur avendo stesse prerogative ma lavorando in programmi non rientrati nell’elenco individuato da azienda e sindacato per l’applicazione dell’accordo stesso, senza alcun criterio ragionevole.
Sul fronte del contenzioso, invece, per coloro che avevano deciso di fare causa, ci sono state storiche sentenze che hanno riconosciuto rapporti giornalistici di fatto con condanne per la Rai a pagare ingenti risarcimenti e arretrati.
Il dipendente in questione, per non pregiudicarsi diritti pregressi, si è rifiutato di accettare la condizione posta dall’azienda, a suo parere illegittimamente e, vistosi per questo negare il diritto all’assunzione, si è rivolto al Tribunale del lavoro di Roma, assistito dagli avvocati Vincenzo Iacovino e Antonio Rubino, per rivendicare ogni suo diritto.
Va evidenziato che il vincitore di una selezione non è tenuto a sottoscrivere alcuna transazione anche se prevista da un accordo sottoscritto dal sindacato. Dall’approvazione della graduatoria, infatti, il concorrente utilmente collocato acquisisce il diritto soggettivo perfetto all’assunzione, diritto che non può essere condizionato né sottoposto ad alcun vincolo anche se derivante da accordo sindacale.
Il Tribunale di Roma, con decisione di qualche giorno fa, ha accolto il ricorso del dipendente condannando la RAI Spa a stipulare ad assumere il giornalista a tempo indeterminato con mansione e inquadramento di redattore con decorrenza dal 1° ottobre 2020 e a corrispondergli la giusta retribuzione.
La decisione assume notevole rilevanza perché, in linea teorica, potrebbe rimettere in discussione tutte le transazioni firmate per l’assunzione dei 250 giornalisti del “giusto contratto”.
Resta da capire con quale il criterio sia stato individuato il perimetro dei programmi a cui applicare il giusto contratto e come mai un sindacato abbia stipulato un accordo prevedendo transazioni per dipendenti che, essendo vincitori di selezione, non devono rinunciare a nulla.
Sta di fatto che la decisione è importante non solo perché sconfessa un inopportuno accordo sindacale, ma anche e soprattutto perché interessa diverse centinaia di giornalisti, considerato che la RAI ha sempre preteso la firma di una transazione tombale da tutti i giornalisti assunti, anche per scorrimento delle graduatorie, a seguito dei concorsi del 2013 e 2015.
Avv. Vincenzo Iacovino
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