La sua storica bottega artigiana, a pochi metri dal Colosseo, in via del Cardello 21b, rischia di chiudere. Un problema che sembrava sul punto di essere risolto quando la dirigente scolastica del vicino Istituto “Leonardo da Vinci” aveva concesso l’uso di due aule per realizzare un progetto culturale. Però l’ente Area Metropolitana, proprietario del plesso, ha chiesto un canone insostenibile.

Per Michele Paternuosto, molisano di Toro, uno degli ultimi artisti a dedicarsi all’antichissima tecnica pittorica dell’encausto, il rischio di abbassare la saracinesca su questo immenso patrimonio culturale, è concreto.

A supportarlo in questa difficile battaglia c’è il Consigliere municipale Antonio Ciancio, con moglie molisana, che ha coinvolto anche l’associazione “Forche Caudine”. Per richiamare l’attenzione non solo su questo rischio di chiusura, ma anche sulle qualità artistiche immense di questo Maestro molisano, s’è già svolta una riunione presso il circolo del tennis Roma con la creazione di un comitato, di cui fanno parte anche diversi molisani. La prima azione è l’organizzazione di tre mostre in altrettanti quartieri della Capitale, con la regia del consigliere Ciancio, dell’associazione “Forche Caudine” e del comitato.

La prima mostra si svolgerà in zona Garbatella, presso il coworking Millepiani, in via Nicolò Odero 13, vicino piazza Sauli, da mercoledì 30 maggio a venerdì 1 giugno (inaugurazione il primo giorno alle ore 17). Le opere verranno poi trasferite la settimana seguente presso il circolo Tennis Roma in via Ipponio 11 per la mostra dall’8 al 10 giugno. Infine, ultimo appuntamento dal 15 al 17 giugno presso “Sapori e Parole” in via Appia Nuova, 147, zona piazza Re di Roma, vicino alla sede di “Forche Caudine”.

“Se non intervengono operazioni economiche e istituzionali a supporto, se non arrivano enti pubblici e/o privati a sostenere con atti concreti e con qualche adeguato contributo o vitalizio, purtroppo non sarà possibile evitare la chiusura di questo gioiello di bottega, grande nella sua cultura, che unisce e abbraccia tutto il Mediterraneo nel segno della parola Punica – spiega Antonio Ciancio. “Il rilancio della città passa anche per la cultura, per cui la chiusura di questa preziosa testimonianza della manualità e della creatività artistica renderà certamente Roma più povera”.

Michele Paternuosto, che ha goduto di attenzioni internazionali per la sua opera, è nato nel 1943 a Toro (Campobasso). La sua attività artistica è iniziata a 15 anni a Campobasso sotto la guida di due maestri pittori, Angelo Fratipietro e Nicola Rago. Nei primi anni Sessanta è proseguita in Germania, a Roma, in Canada e poi definitivamente a Roma dove ha iniziato ad operare nel suo studio a pochi metri dal Colosseo.

Il maestro pratica con dimestichezza diverse tecniche pittoriche, tra cui la fascinosa pittura ad encausto ed altre tecniche antiche oggi poco conosciute, quali la scagliola, arte nata nel Rinascimento e oggi poco diffusa. Restauratore, affrescatore, studioso e innovatore, i lavori del Maestro sono presenti all’estero e in Italia, in musei, chiese, palazzi patrizi ed abitazioni di noti personaggi della vita politica e artistica italiana.

L’encausto è una tecnica pittorica antichissima, nata, molto probabilmente, nell’Antico Egitto, per poi passare in Grecia e infine approdare nell’Impero Romano, dove fu molto considerata e apprezzata dagli imperatori e dalla ricca borghesia.

Dal 1980, dopo una lunga ricerca, il Maestro Paternuosto ha iniziato l’avventura con gli intonaci freschi, con quelli secchi e con tutti gli altri supporti, adoperando su di essi la Cera Punica, lavorando i colori in uso nell’antichità, quelli dettati da Plinio nel suo libro “Naturalis Historia”, senza trascurare le note di Vitruvio nel “De Architectura”.

Riesce, dunque, a riprodurre, con grande maestria e tecnica sopraffina, i ritratti Fayum su legno, le nature morte, i paesaggi allegorici, i personaggi e gli animali mitici, tutte immagini di gusto e stile greco e romano o nella più adeguata dimensione culturale ed artistica dello stile pompeiano.

Paternuosto vanta oggi una lunga esperienza, dove è riuscito a dominare del tutto il connettivo cera con il fuoco (Cauterii) inglobando quasi tutti i pigmenti in polvere sui più diversi supporti.

Le mostre e una campagna stampa per promuovere la sua opera costituiranno l’occasione per apprezzare la maestria di un grande artista molisano.

“Sono queste le azioni più nobili della missione della nostra trentennale associazione a favore del Molise e dei molisani – evidenzia Giampiero Castellotti, presidente di Forche Caudine, insignito del titolo di “Ambasciatore del Molise”. “L’opera di Paternuosto è cultura vera, fatta di ricerca e di manualità, di estro e di tenacia. Le tre mostre rappresentano il minimo riconoscimento alla sua arte”.

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