Finalmente, dopo due mesi dall’ipotesi di accordo, e quasi dieci anni, caratterizzati dal blocco della contrattazione e da politiche regressive sul lavoro pubblico, segniamo la fine di questa lunga attesa anche i lavoratori dei comparti di Funzioni Locali e Sanità hanno il loro nuovo CCNL.

La firma definitiva di quest’ultimi due contratti, per ordine di tempo, conclude il percorso dei rinnovi contrattuali per il triennio 2016/2018 del personale dipendente di tutta la nostra Pubblica Amministrazione, ridando slancio alla nostra macchina amministrativa ma, soprattutto, rivalorizzando e riconoscendo il ruolo sociale a quel milione e mezzo di lavoratori, che ogni giorno offrono i servizi pubblici essenziali ai cittadini. Un obiettivo importante, questo arrivato, nemmeno immaginabile prima dell’accordo con il Governo del 30 novembre 2016, e che, invece, è stato raggiunto grazie all’impegno, al lavoro e alla determinazione del Sindacato Confederale, che ha dovuto lottare anche con i tanti attacchi strumentali provenienti dal mondo corporativista.

Molte sono le novità giuridiche ed economiche del nuovo contratto, a rendere “ricco” lo stipendio di giugno, saranno prima di tutto gli arretrati, che tradurranno in cifre l’eredità degli aumenti graduali previsti a valere sul 2016 e 2017 e sui primi mesi di quest’anno. La cifra varia da caso a caso, ma per esempio per un livello medio negli enti locali, si attesterà sui 450 euro. Per quanto riguarda gli aumenti dello stipendio, a regime, valgono invece in media 85 euro lordi al mese negli enti territoriali, e oscillano a seconda del gradino occupato dal dipendente nella scala gerarchica.

In sanità invece gli arretrati per il 2016/2017 e i primi mesi di questo ammontano mediamente 480 euro a seconda della posizione ricoperta, mentre l’aumento degli stipendi si attesterà anche qui sugli 85 euro, ovviamente sempre in proporzione al livello ricoperto. Il tutto, senza intaccare gli 80 euro del cosiddetto “Bonus Renzi”. Non possiamo che essere soddisfatti di questo risultato, a giudicare dalle condizioni di partenza e di quello che è lo scenario politico ed economico che ha accompagnato questo processo. Il Sindacato, anche in questa occasione, porta a caso un risultato, assumendosi meriti, ma anche responsabilità.

Una cosa è certa, possiamo affermare che è ripartita la contrattazione, quella forte, unitaria e organizzata. E riparte da questo risultato che dai mesi prossimi vedrà corrispondere anche alle migliaia di dipendenti molisani interessati sia gli arretrati maturati, sia gli aumenti previsti dal nuovo Contratto. Ma non ci fermiamo qui! Siamo pronti già ad aprire un nuovo capitolo che ci vedrà sia impegnati sul rinnovo 2019/2021, sia lavorare alla contrattazione decentrata in tutti i luoghi di lavoro, anche per ridefinire il nuovo sistema di classificazione professionale previsto dai contratti.
Il cammino è appena iniziato.

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