di Christian Ciarlante

Il governatore Donato Toma aveva annunciato che, dopo il voto delle Europee, ci sarebbe stato un tagliando alla Giunta regionale, ma ad oggi nulla di tutto ciò è avvenuto. Il tagliando era stato poi differito a dopo la Befana e, in questi giorni, è tornato in auge con varie ipotesi che davano per certa l’uscita di Luigi Mazzuto.

Toma, però, nella giornata di ieri, è tornato sull’argomento frenando gli entusiasmi di chi bramava il posto di assessore. Sull’ipotesi rimpasto ha detto: “Le mie priorità sono risolvere i problemi dei molisani e tutelare la dignità della nostra terra, non preservare le poltrone. Logiche di prevaricazione muscolare e avvertimenti da Prima repubblica, hanno trovato, e troveranno, la mia porta chiusa; resterà sempre aperta, invece, al confronto costruttivo”.

Da parte sua, il buon Mazzuto, non entra nell’arena e aspetta di sapere, forte dell’appoggio della Lega, quale sarà il suo destino. Al suo posto, dovrebbe andare una donna, le papabili sono Filomena Calenda e Aida Romagnuolo, entrambe ex Lega, che da tempo chiedono la testa di Mazzuto oltre ad un cambio di passo per quanto riguarda l’azione del governo regionale. Questo probabile cambio di pedina fa rumore e crea malumore all’interno della maggioranza.

In pressing per l’ingresso nell’esecutivo, c’è anche Fratelli d’Italia. Il coordinatore regionale Filoteo Di Sandro ricorda come negli accordi presi nel centro-destra, Fratelli d’Italia doveva far parte della squadra di governo. Il partito della Meloni, alle Europee del 26 maggio, ha ottenuto un ottimo risultato, in Molise ha preso quasi 10mila voti e i sondaggi, oggi, lo danno oltre il 10%. In caso di rimpasto, Toma, non puo’ non tener conto degli accordi presi e della rappresentanza politica di FdI in seno al Consiglio regionale.

Nel frattempo, si susseguono incontri frenetici tra i big della politica per sbrogliare la matassa. Il cerino è nelle mani del governatore che, al momento, non sembra intenzionato a rimodulare la Giunta, ma vuole continuare a governare respingendo gli attacchi di quelle forze politiche che vogliono vedere fallire il progetto del suo esecutivo.

Chiede compattezza alla maggioranza per realizzare il programma e continuare a governare. C’è da dire però, a onor del vero, che la sostituzione di Mazzuto non sarebbe in dolore e potrebbe provocare un terremoto politico dalle conseguenze imprevedibili.

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