Un intervento per oltre tre milioni di euro di finanziamento pubblico, ma dalle finalità ancora da definire

C’è al rione San Francesco di Venafro, nord/ovest del centro storico ed in posizione pedemontana, un antico fabbricato -detto appunto di San Francesco- assolutamente cadente, fatiscente ed impresentabile. Si pensi che anni addietro, dovendosi tenere una serata musicale sull’ampia piazza su cui si affaccia la struttura (sino agli anni ’60 sede della caserma cittadina dei Carabinieri, comprensiva dello speciale reparto dei Carabinieri a Cavallo successivamente scomparso), per procedere alla citata serata artistica -si scriveva- il Comune di Venafro ritenne di coprirlo in parte alla vista con ampi pannelli di legno, onde evitare la pessima figura agli occhi di venafrani e forestieri.

Così come, ancora a testimoniare decadimento ed abbandono dell’edificio, il triste avvenimento dei decenni trascorsi quando cani e gatti della zona andavano in giro con ossa umane in bocca, casualmente rinvenute abbandonate all’interno del cadente edificio dopo lavori di scavi e consolidamento nell’attigua Chiesa di San Giovanni in Platea, detta di San Francesco, dove evidentemente c’erano tombe di defunti. Al riguardo intervenne tempestivamente la Diocesi d’Isernia/Venafro con l’allora Vescovo Mons. Gemma ed il Parroco del rione, Don Rinaldi, per il recupero, la benedizione di tali ossa e la loro definitiva custodia nell’ossario del Cimitero Comunale venafrano. Ebbene su siffatto storico edificio sta per prendere il via l’intervento di recupero e riconversione grazie al finanziamento pubblico di 3.334.297 euro, iva esclusa. I lavori sono stati aggiudicati all’impresa ATI-General Costruzioni di Isernia. Circa l’utilizzo dello storico edificio, una volta ultimati recupero, restauro e riconversione della struttura, è in corso a Venafro un ampio ed approfondito approfondimento.

Opinioni diverse, in parte anche contrastanti, per stabilire cosa farne domani di tale antico Palazzo di San Francesco in piazza Merola. In effetti c’è chi propende per una non meglio definita “Utilizzazione pubblica”, chi è del parere di farne un “Centro polifunzionale di erogazione di servizi per la cultura e il turismo” e chi invece parla di approntarvi “Spazi per esposizioni e per il sociale”, ossia a disposizione per le associazioni culturali della città. Altra idea, peraltro magnifica : crearvi all’interno il teatro cittadino, vista la scomparsa dello storico Teatro di Venafro operativo sino alla prima metà del ’900 nel fabbricato attiguo sulla destra e successivamente scomparso. Tante quindi le idee/proposte per il moderno utilizzo dell’ex Palazzo San Francesco del quartiere omonimo a recupero ultimato. A prescindere comunque dal suo reimpiego nel secondo millennio, è bene che finalmente si metta mano al restauro di tale autentica bruttura strutturale pubblica, risolvendo una volta per tutte uno spettacolo indecente per la collettività e che rovina la stessa immagine della città.

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