di Giovanni Minicozzi
L’isola felice descritta da alcuni organi di informazione locali non esiste, ovvero assistiamo giornalmente a una manipolazione della tragica realtà che avvolge il Molise in tutti i settori produttivi e nei servizi essenziali a partire dalla sanità e dai trasporti. Spesso le notizie diffuse riguardano il riposizionamento elettorale di sedicenti “centristi” pronti al cambio di casacca o le ambizioni palesi di aspiranti candidati presidenti in vena di promesse farlocche sul futuro che verrà.
Mutismo assoluto invece sulle infinite emergenze che assillano la regione, sulle evidenti responsabilità di coloro che l’hanno gestita negli ultimi anni e sulla mancanza di un serio programma di rilancio in grado di riprendere per i capelli un sistema politico-istituzionale al tracollo. Il tutto condito da proposte estemporanee e propagandistiche come il Molisannio che, al momento, esiste solo nella mente di Mastella e Toma.
Non mancano frequenti scaricabarile tra livelli istituzionali per tentare di camuffare un indebitamento astronomico sia della Regione (mezzo miliardo di euro) sia del comparto sanitario. L’ultima tegola riguarda il pignoramento per 90 milioni di euro imposto all’Asrem dall’Agenzia delle entrate per debiti pregressi nei confronti dell’Inps. Si tratta dei contributi previdenziali di competenza dell’azienda sanitaria sospesi dall’Istututo di previdenza dopo il sisma del 2002.
Il dg Florenzano ritiene che il debito non compete all’Asrem ma alle ASL sciolte con legge regionale nel lontano 2005. A tal proposito con propria deliberazione che allego Florenzano ha incaricato il noto avvocato Ugo Patroni Griffi (pagato con i soldi dei molisani) per opporsi nelle sedi giudiziarie alla iscrizione ipotecaria inerente i beni immobili dell’Asrem, ovvero la sede di via Ugo Petrella e forse le stesse strutture ospedaliere.
Resta il fatto che il debito pari a 90 milioni di euro esiste e qualora l’Asrem dovesse dimostrare le proprie ragioni inevitabilmente l’Inps si rifarà sul traballante bilancio della Regione. Naturalmente a pagare tanta insipienza saranno i molisani.
QUESTA E’ L’ISOLA CHE NON C’E’!