di  GIOVANNI MINICOZZI
I saldi di fine mandato continuano non solo da parte della Giunta regionale con ulteriori assunzioni in piena campagna elettorale, ultimi in ordine cronologico una decina di amministrativi per monitorare i pozzi, ma anche in consiglio regionale che ha approvato con i soliti undici voti della maggioranza il bilancio di previsione per l’anno in corso  e i collegati alla legge di stabilità dentro i quali sono state inserite materie specifiche come per esempio la riforma dei consorzi di bonifica che doveva essere approvata da tempo con apposita  legge  e non certo con un colpo di mano che non risolve affatto i problemi.
Fallito per fortuna il tentativo proposto dal solito Salvatore Ciocca, da sempre interessato  alla ex ERIM,  di modificare l’assetto societario di Molise Acque da azienda speciale a ente pubblico non economico.
Se fosse stata approvata la riforma Molise Acque sarebbe stata tagliata fuori dalla gestione della risorsa idrica pubblica con conseguente possibile privatizzazione dell’acqua già a rischio dopo l’istituzione dell’EGAM,  approvata dai soliti undici consiglieri della striminzita maggioranza,  e cioè : Paolo Di Laura Frattura, Vincenzo Cotugno, Vittorino Facciolla, Nunzia Lattanzio, Domenico Ioffredi ,Salvatore Ciocca , Domenico Di Nunzio, Salvatore Micone, il quale resta nella maggioranza di centrosinistra ma partecipa al tavolo del centrodestra per le candidature, Filippo Monaco, Cristiano Di Pietro e Carmelo Parpiglia.
In sede di discussione dei collegati alla legge di bilancio  la minoranza di centrodestra più Francesco Totaro e Massimiliano Scarabeo hanno abbandonato l’aula per protesta. In particolare Totaro ha dichiarato che la legge approvata si configura come una beffa per il settore agricolo del basso Molise  perché, oltre a non risolvere alcun problema storico legato all’irrigazione,  non offre nessuna garanzia ai consorziati.
Duro l’affronto di Massimiliano Scarabeo: “Frattura e compagni sono in pieno delirio di onnipotenza. Furbizie politiche e non solo inserite in cinquantadue emendamenti che hanno creato un vero teatrino dell’assurdo – ha dichiarato Scarabeo. La proposta di rivedere Molise Acque – ha aggiunto – con la trasformazione in un ente non economico con tutte le conseguenze del caso, la riforma dei consorzi di bonifica e la modifica ulteriore della legge elettorale evidenziano la prepotenza e l’incapacità di un partito e di una coalizione in cui non mi rispecchio più”  ha concluso Scarabeo il quale si è autosospeso dal PD e forse ha abbandonato definitivamente la coalizione di centrosinistra.
A tal proposito è da sottolineare come in pochi anni di gestione  Frattura- Fanelli, il PD ha perso i quattro consiglieri regionali eletti nel 2013: Francesco Totaro, Massimiliano Scarabeo, Michele Petraroia e Domenico Di Nunzio, approdato nel gruppo Unione  per il Molise e di Vittorino Facciolla e da due anni non ha rinnovato la tessera, nonché il deputato Danilo Leva oggi leader di Liberi e Uguali.
Dunque,  non considerando il Governatore eletto nel maggioritario denominato ” Il Molise di tutti”, il Partito Democratico ha perso tutti i suoi rappresentanti a Palazzo D’Aimmo. Un risultato davvero brillante attribuibile alla segretaria Micaela Fanelli  e alla sua folle ricerca di un posto in Parlamento che appare del tutto improbabile.
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