di Kentucky Fried Chicken

Ieri mattina si è tenuta, nel chiostro di Palazzo San Francesco, la conferenza stampa di presentazione della relazione di fine mandato del Sindaco uscente Giacomo d’Apollonio.

Poco si è parlato degli obiettivi raggiunti in realtà, perché da subito la conferenza stampa si è trasformata in uno sfogo personale del Sindaco che ha sì difeso il suo operato e quello della sua giunta, ma ha soprattutto lamentato la sua mancata ricandidatura piuttosto che la mancata convocazione ai tavoli politici.

Non entreremo nel merito della vicenda, poiché avete già abbondantemente letto lo sfogo del Sindaco, ci soffermeremo invece in un’analisi ex post di quanto fatto da d’Apollonio per capire se esistevano i presupposti per una sua ricandidatura.

Il risultato elettore che lo vide ottenere lo scranno più alto di Palazzo San Francesco poco più di 5 anni fa, riportava una solida affermazione della lista civica “Insieme per il Molise”, espressione di Angelo Michele Iorio, che riuscì ad eleggere 12 consiglieri comunali; altra importante affermazione la ottenne l’altra lista civica “Isernia in Comune”, lista di riferimento proprio del Sindaco, che elesse 6 consiglieri; fanalino di coda della coalizione che sostenne Giacomo d’Apollonio fu Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, che portò in consiglio 2 eletti.

Partendo da questi numeri il sindaco nominò la giunta.

“Insieme per il Molise” con il 14,17% e 12 Consiglieri eletti, riuscì a strappare tre Assessori (Di Perna, Chiacchiari, Guglielmi) e il Presidente del Consiglio Comunale (Lombardozzi).

“Isernia in Comune” con il 7,73% e 6 Consiglieri eletti, ebbe tre nomine assessorili (Pietrangelo, Matticoli, De Toma).

“Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale” con il 2,81% e 2 Consiglieri eletti, fu premiata con un Assessorato (Kniahynicki).

Cencelli alla mano qualcosa già non torna e proviamo a spiegarvi il perché.

Nella ripartizione delle cariche andrebbe rispettato un principio di premialità e di equità  che rispetti indubbiamente il risultato elettorale ottenuto dalle liste che hanno sostenuto il candidato Sindaco vincitore, ma anche il peso delle cariche stesse.

Spieghiamoci meglio prendendo come riferimento proprio il Comune di Isernia.

La Giunta Comunale pentra può essere composta da un massimo di 9 componenti: 8 Assessori e il Sindaco. Alla Giunta si somma anche il ruolo del Presidente del Consiglio Comunale, per un totale di 10 cariche. Nel conteggio dei ruoli, va considerato che il Sindaco vale doppio e, nel caso di specie, la nomina andava a pesare sulla lista civica di Michele Iorio.

Tutto vero se non fosse che il Sindaco una sua lista di riferimento l’aveva e avrebbe dovuto tenere conto di questi due fattori nell’assegnare le deleghe. Infatti se consideriamo che il suo ruolo vale quanto due assessorati, per una questione di equità avrebbe dovuto ‘indennizzare’ proprio la lista ioriana nominando un assessore in più – magari a scapito di uno della sua lista se non voleva occupare da subito tutte le caselle disponibili – e ciò avrebbe fatto entrare in Giunta Fantozzi. Ed è proprio questo mancato ‘indennizzo’ che ha provocato le prime crepe nella maggioranza targata d’Apollonio. Questione di poltrone? Certo, ma anche di rispetto.

Come se ciò non bastasse a far partire la consiliatura con il piede sbagliato, il Sindaco mette anche un bel carico da novanta sulla scelta delle deleghe assegnate, squilibrando maggiormente il tutto nei confronti della sua lista civica. Il vicesindaco è Pietrangelo, uomo di fiducia di Aldo Patriciello, a cui va anche la delega ai lavori pubblici. Un accentramento di potere che segna una strada ben precisa.

Dunque, ricapitolando, d’Apollonio nomina sette assessori su un massimo di otto e premia maggiormente la sua lista civica che oltre ad esprimere il Sindaco (che ricordiamo valere doppio), ottiene tre assessori di cui uno ha la delega di vicesindaco associata a quella pesantissima ai lavori pubblici.

Non pago, per completare l’opera, decide di assegnare anche la delega al Bilancio ad un Consigliere Comunale. E a chi va la delega? A Giampiero Mancini. E con quale lista è stato eletto Mancini? Isernia in Comune.

D’Apollonio Padre Padrone.

Da qui inizia il percorso in salita del Sindaco, costretto da subito a rincorrere la sua maggioranza. Eppure d’Apollonio si sente forte e sottovaluta il problema, facendo spallucce e peccando di superbia.

Il primo consigliere ad abbandonare la maggioranza è Francesca Bruno, inconsistente meteora amministrativa, eletta con Fratelli d’Italia ma esponente di CasaPound.

I malpancisti iniziano ad alzare la voce e Fantozzi abbandona il gruppo Iorio, reo a suo dire di non aver fatto pesare il risultato elettorale sulle scelte del Sindaco.

A Fantozzi si uniscono ben presto Succi, Di Marco, Azzolini e Pizzi, creando di fatto un quarto polo nella maggioranza.

La nuova maggioranza è ora composta così: “Insieme per il Molise” 7Consiglieri – di cui uno eletto Presidente del Consiglio Comunale – e 3 Assessori; “Isernia in Comune” 3 Consiglieri a cui si aggiunge il Sindaco e 3 Assessori; “Fratelli d’Italia” con 1 Consigliere e 1 Assessore; “Gruppo Misto” con 5 Consiglieri.

A questo punto il Sindaco avrebbe potuto occupare l’ultima casella disponibile proprio in favore del Gruppo Misto e in questo modo blindare la maggioranza. Invece prosegue per la sua strada, ignorando ogni segnale. Anzi dove può cerca anche di creare ulteriori tensioni.

Tutto ciò aumenta le incomprensioni tra la maggioranza e il Gruppo Misto che, lentamente ma inesorabilmente, si trasforma in opposizione. Grazie anche ad alcuni immancabili transfughi, i numeri per d’Apollonio non ci sono più e il Sindaco, anziché ricucire il rapporto con chi lo ha sostenuto in campagna elettorale, guarda verso altri lidi.

Così l’ultimo posto in Giunta viene assegnato a Linda dal’Olio, collaboratrice dell’On. Annaelsa Tartaglione ma da sempre di sinistra; fu eletta nella lista civica di Roberto Di Baggio, a sostegno del candidato Sindaco del Partito Democratico Formichelli.

Più che l’onor poté la poltrona e il fritto misto in salsa d’Apollonio è servito.

Ciliegina sulla torta la revoca dell’incarico assessorile a Sonia De Toma, sua persona di fiducia, ma colpevole di aver tentato di difendere le ragioni di Fantozzi. Tutto legittimo, ci mancherebbe, ma ci appare politicamente strano che, per manifesta incapacità, non siano stati allontanati dalla Giunta Chiacchiari – per la mala gestio relativa al bando sulle soste a pagamento – e Matticoli – per i bandi andati deserti per la Piscina Comunale – .

Se a tutto ciò aggiungiamo anche la nomina di due Segretari Generali, di tre Dirigenti dell’Area Tecnica e del Collegio dei Revisori Contabili, avvenuti in camera caritatis, ed effettuate con la stessa logica con cui vennero assegnate le deleghe (un componente della Collegio è il fratello del cognato del Sindaco), non ci appare così strano che nessuno lo abbia ricandidato o quantomeno ascoltato.

Una nota di merito politico che riconosciamo al Sindaco d’Apollonio, fu la scelta di ridurre ai minimi termini le indennità percepite dalla giunta. Castrataro seguirà questa strada virtuosa?

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