Mar 1986: Diego Maradona of Napoli SSC keeps an eye on the ball during an Italian League match against Juventus FC at the Delle Alpi Stadium in Turin, Italy. The match ended in a 1-1 draw. Mandatory Credit: David Cannon/Allsport

di Tonino Atella

“Successe il finimondo !”, ricorda l’allora Presidente del Venafro che trasmise materialmente il telegramma con l’offerta di 2 miliardi per il tesserino del fuoriclasse argentino.

L’US Venafro, una delle storiche società del calcio dilettantistico molisano risalendo la sua costituzione alla metà degli anni’ 50 per merito dell’allora classe operaia venafrana, la cosiddetta “scar’patura” in senso buono ovviamente, l’US Venafro -si scriveva- ha tanto da dire e raccontare della sua intensissima storia. Dai talenti locali e non che hanno vestito nel corso dei decenni la casacca venafrana alla immensa passione sportiva dei propri “caldissimi” tifosi, dai primi campionati sui polverosi rettangoli cittadini ai tecnici di tutto livello succedutisi sulla panchina venafrana, dalle esaltanti promozioni da una categoria all’altra all’accesa rivalità socio/sportiva coi colori isernini, sino alle presidenze e dirigenze societarie che hanno fatto la storia del calcio venafrano negli ultimi sessanta/settant’anni. Tantissimo da dire, riferire, ricordare e sottolineare, ma un episodio svetta su tutti : quando l’Unione Sportiva Venafro, società all’epoca dell’ottima I^ cat. campano/molisana, si propose sul finire degli anni ‘80 per l’acquisto di Maradona, trasmettendo all’allora Presidente Ferlaino un telegramma ad hoc con tanto di offerta economica ! Si, avete letto bene ! Il Venafro mise nero su bianco per l’acquisto di Diego Armando Maradona, il fuoriclasse argentino ! Ma per dirne in dettaglio diamo la parola al protagonista del tutto, l’allora Presidente dell’Us Venafro che chiede oggi l’anonimato per privacy. “Diversi dirigenti dell’Us Venafro eravamo una mattina al bar prima d’iniziare la giornata lavorativa -attacca il nostro- e il discorso cadde sulla vicenda Maradona che era in rotta con Ferlaino, Presidente del Napoli. Giornali e tv parlavano da giorni dell’imminente cessione dell’asso argentino ad altre società calcistiche addirittura straniere e noi, in quanto tifosi del Napoli, non gradivamo che tanto avvenisse. Le discussioni sul tema ogni giorno erano intense e in tanti temevamo che la cessione di Maradona fosse ormai inevitabile, dati i rapporti tesi tra l’asso sudamericano e la società partenopea.

Fino a quando un bel mattino, uno tra noi dirigenti del Venafro presenti quella mattina al solito bar disse secco e ad alta voce, “Basta ! Compriamocelo noi, purché non lasci l’Italia !”. Seguì un attimo di silenzio, dopodiché ci furono risate ed espressioni di vario tipo. Ma la voce iniziale insistette : “Non scherzo ! Facciamo un’offerta al Napoli di Ferlaino, sperando che venga accettata e che Maradona venga a giocare in I^ cat. campano/molisana a Venafro !”. Ribatté pronto altro presente : “E quanto vogliamo offrire ?”. Il primo : “Si sta parlando di un miliardo di lire per il cartellino di Maradona … Offriamo unmiliardo e cinquecentomilioni !”. Altro presente alla discussione, “Ma no, non stiamo a perdere tempo ! Offriamo due miliardi !”. E giù sorrisi ed applausi dei presenti, mentre non mancava chi -scettico- dondolava la testa ora a destra ed ora a sinistra, come a non credere ad alcunché di quanto asserito ed ascoltato !”.  “Ed invece no ! Il passaggio dal dibattito al bar al mio ufficio di lavoro -ricorda l’allora Presidente del Venafro- per inviare ufficiale e formale telegramma alla Società Sportiva Napoli con tanto di offerta di 2 miliardi per l’acquisto di Maradona fu assolutamente breve, tanta era la passione partenopea dei protagonisti dell’iniziativa e la nostra ferma volontà di evitare che l’asso sudamericano lasciasse la penisola”. Cosa successe una volta trasmesso il telegramma per l’acquisto del cartellino di Maradona ? “Il finimondo, letteralmente il finimondo -spiega l’allora vertice societario del calcio venafrano- con ben 47 testate giornalistiche italiane e straniere che mi presero a tempestare di telefonate, raggiungendomi ovunque e in ogni momento della giornata per sapere e capire. Basta dire che il Corriere dello Sport pubblicò in prima pagina la cartina dell’Italia, col puntino e la scritta “VENAFRO” al centro per indicare ai lettori la posizione geografica del Comune e della società calcistica dilettantistica che si detta disposta ad acquistare Maradona, purché restasse in Italia.Una notorietà nazionale per noi assolutamente imprevedibile, inaspettata e che ci scombussolò nel profondo”. E tra i suoi cosa accadde ? “Altro finimondo, ancora più terribile. Si temeva che ci fossimo esposti eccessivamente sotto il profilo finanziario, con conseguenze potenzialmente terribili ! Ma per fortuna non accadde nulla di quanto temuto ”. E Maradona come la prese? “Certamente ne fu informato e seppe dell’offerta del “piccolo” Venafro Calcio, ma non è dato sapere di sue prese di posizione al riguardo. Mentre, giorni dopo, i rapporti Maradona/Ferlaino/Napoli migliorarono nettamente, non si parlò più di sua cessione e conseguentemente l’offerta del sottoscritto non ebbe più seguito”. Una sua riflessione conclusiva a margine ? “Fu bellissimo, seppure solo per poche ore, essere il possibile acquirente e proprietario nientemeno che di Maradona, il fuoriclasse indiscusso del calcio mondiale !”. La storia di Maradona e Venafro è tutta qui? “No -ricorda l’ex presidente del calcio venafrano- perché anni  dopo l’Us Venafro tesserò il figlio Dieghito, che giocò da brava mezz’ala con la maglia del Venafro prima di approdare nel calcio a cinque. E alle sue partite casalinghe c’era una spettatrice particolare sulle gradinate del rettangolo di gioco venafrano : la madre napoletana, ovviamente tifosissima del figlio ! Così come, per chiudere col ricordo di Maradona padre a Venafro, da riferire quando l’asso argentino nei suoi primi anni in Italia amava frequentare i boschi e i monti del Casertano altissimo a confine con l’estremo Molise dell’ovest per praticare nella storica tenuta Pignatelli di Mastrati (Caserta) la sua proverbiale passione per la caccia, amata tantissimo subito dopo il calcio”.

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