di Tonino Atella

E’ il casi dell’84enne venafrano Sandro Barile, trasferitosi nel Novarese ma rimasto legatissimo alle proprie origini.

Il “fine dicitore” nonché cantante, scrittore, poeta ed intrattenitore venafrano trapiantato al nord della Penisola, ma sempre attaccatissimo alle proprie radici sociali e di costume. Trattasi dell’84enne Sandro Barile di Venafro, da anni trasferitosi nel Novarese e che continua ad intrattenere positivi legami sociali con le proprie origini venafrane, restando magnificamente vicino alla sua Venafro e ai venafrani. Da Novara rientra spesso a Venafro e sua prima ed immancabile tappa è il bar a Porta Nova, rione storico della città, per incontrare e salutare chi trova. E’ amante della compagnia e tra un rigenerante bicchiere di birra o di frizzante rosso venafrano non rifugge ora a prendere il microfono ed ora la penna per dire, narrare, raccontare e cantare. Il classico intrattenitore, il “fine dicitore” che si diverte e diverte a ricordare fatti di paese, personaggi tipici, a scrivere, ad intrattenere, a cantare le canzoni della propria gioventù, ma anche a declamare il Sommo Poeta ! Come pure era in prima fila, finché il covid l’ha permesso, per intonare lo storico “Sciogliam di lode un cantico, o popol venafrano …”, l’Inno popolare cittadino in occasione della processione serale del 18 giugno a conclusione del trittico festivo/religioso in onore dei Santi Martiri della città Nicandro, Marciano e Daria, partecipatissimo rito popolare da due anni non più tenutosi causa pandemia. Un personaggio a tutto tondo che la foto allegata mostra in una sua tipica perfomance, cantare per intrattenere, sorridere e far divertire !

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