Ieri l’ennesimo pericolo corso dai passeggeri di un autobus di linea che è sbandato a causa del ghiaccio presente sul fondo stradale provinciale, urtando le barriere laterali in località San Mauro di Pietrabbondante. Ma in questi giorni se ne sono verificati altri sempre a causa del ghiaccio sempre in altre strade provinciali, ad esempio in pieno centro di Macchiagodena dove un altro autobus è sbandato sbattendo su un muro.

Orbene è evidente che ciò dipende dalla deficienza della manutenzione ordinaria delle strade provinciali, peraltro a fronte di eventi neanche eccezionali: se vi fosse stato un piano serio con personale qualificato come quello degli ex operai cantonieri in vertenza per la stabilizzazione, si sarebbe usciti la notte precedente con i mezzi e col sale, evitando i rischi del gelo già previsti. E che dire della frana della strada provinciale tra Roccasicura e Forli del Sannio dovuta secondo esperti alle cunette lasciate prive di manutenzione.

Ricordiamo poi l’incidente mortale dell’estate scorsa sulla strada provinciale “della bonifica” nel venafrano, verificatosi all’incrocio con una strada secondaria, dove la visuale è chiaramente ostruita dal mancato sfalcio ai bordi della strada. D’altro lato, la sciagurata privatizzazione di tale servizio attuata dalla provincia, oltre alle opacità sul rapporto esborsi-servizio reso e all’assenza di risposte sul rispetto delle norme di sicurezza, ha ben fatto evidenziare la scarsa qualità e professionalità a fronte di un costo elevato.

Basti citare l’esempio accaduto in agro di Carovilli, dove uno di questi improvvisati appaltatori privati della Provincia ha sparso inutilmente enormi quantitativi di sale su un manto di 10 cm di neve, quando è elementare cognizione professionale, ci spiegano gli ex operai ora disoccupati, che in tali casi prima va tolta la neve poi si sparge il sale. Un esempio dello spreco di risorse pubbliche con la inefficiente privatizzazione, pagate con le tasse dei lavoratori, a fronte di strade che rimangono perciò pericolose.

La Provincia in organico non ha neanche la metà del minimo di legge di operai cantonieri (D. lgs. 81/08): cinque operai per ogni squadra, che per i quattro nuclei operativi attuali significa un mimino di venti a tempo e ne occorrono almeno 22 per utilizzare i mezzi. Mentre ne ha meno della metà. Dunque i suddetti esempi di pericolo stradale disvelano la totale deficienza del “piano di manutenzione provinciale” e l’assenza di operai qualificati: tale vuoto potrà essere colmato solo dalla stabilizzazione delle 33 unità part time degli ex operai cantonieri, pari a soli 16 unità a tempo pieno, minimo indispensabile per curare gli oltre 800 Km di strade provinciali.

La loro lotta per stabilizzazione è anche la lotta per il bene comune della sicurezza stradale, con il nostro incondizionato sostegno, anche tecnico-legale; essi assicurano la professionalità necessaria e la dedizione, dimostrata in tanti anni nonostante paghe da fame. Il 6 marzo prossimo, unitamente al Comitato Operario “Osvaldo Pallotta” , al portavoce Izzo e al loro rappresentante sindacale Di Schiavi, vi sarà il nuovo tavolo con i Presidenti della Regione e della Provincia di Isernia: nonostante tutti i paletti posti dalle norme antioperaie ed antisciali, dati alla mano dimostreremo che, con la deroga ai limiti assunzionali stabiliti dall’art.20 del D. Lgs 75/2017, nel caso specifico della Provincia di Isernia, ci sono i margini per stabilizzare tutte le 33 unità part time degli ex operai cantonieri precari (pari a 16 unità piene).

La Provincia ha una dotazione organica che tiene fuori proprio i suddetti ex operai cantonieri precari, invece indispensabili per assicurare la manutenzione stradale, funzione fondamentale per cui si giustificano l’esistenza stessa della Provincia e le relative assunzioni. Sono le follie del capitalismo, e solo un governo dei lavoratori le potrà spazzare via, pianificando democraticamente l’eliminazione della disoccupazione per il pieno impiego, in funzione delle tante esigenze collettive, lasciate insoddisfatte da un sistema volto solo al profitto di pochi.

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