Novità in arrivo per le Province. Non ci sarà alcuna abolizione, ma un cambiamento nella legge elettorale che le disciplina con, secondo il governo, notevoli risparmi.

Il disegno di legge, approvato in Consiglio dei ministri, ha approvato in via prevede l’elezione di secondo grado per i Consigli provinciali e per il presidente della Provincia: saranno i sindaci e i consiglieri comunali ad eleggerli. Il risparmio atteso dal nuovo sistema sarà di 120 milioni di Euro per lo Stato e di circa 199 milioni di Euro per le Province.

Le novità. Ecco, nello specifico le novità contenute nel ddl, secondo quanto si legge nel comunicato del Consiglio dei ministri, del meccanismo di elezione di secondo grado dei consigli provinciali e dei presidenti della Provincia.

1. elezione contestuale del Consiglio provinciale e del suo Presidente;

2. elettorato passivo riservato ai Sindaci e consiglieri in carica al momento della presentazione delle liste e della proclamazione;

3. ciascuna candidatura alla carica di Presidente della Provincia è collegata a una lista di candidati al Consiglio provinciale;

4. i votanti possono esprimere fino a due preferenze: se decidono di esprimere la seconda preferenza, una delle due deve riguardare un candidato del Comune capoluogo o di sesso diverso da quello a cui è destinata la prima preferenza;

5. è proclamato Presidente della Provincia il candidato che ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità si prevede il ballottaggio. In caso di ulteriore parità è eletto il più anziano d’età.

6. Le cariche di Presidente e Consigliere provinciale sono compatibili con quelle di Sindaco e Consigliere comunale. E’ però vietato il cumulo degli emolumenti.

Upi. Il disegno di legge sul sistema elettorale delle Province «è un pasticcio, spero che il Parlamento rimedi agli errori del Governo»: il presidente dell’Unione delle Province d’Italia, Giuseppe Castiglione, commenta duramente l’approvazione del provvedimento. «Abbiamo provato a spiegare al Governo che questa che a pagarne le conseguenze saranno i cittadini, privati della possibilità di scegliere chi eleggere ad amministrare le comunità», afferma Castiglione. In più ribadisce il leader delle Province, «con questo disegno di legge non sarà possibile assicurare alle Province governi stabili, in grado di programmare politiche di intervento e di investimenti di lunga durata. Un nuovo esercito di nominati dalla politica, che non dovranno rispondere a nessuno, se non alle lobby locali, prenderà il posto degli eletti». Inoltre, afferma ancora il presidente dell’Upi, «i risparmi saranno effettivi solo nel 2016, quando la legge investirà tutti i turni elettorali delle Province in carica».

                                                                                                       Il Messaggero.it

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