Poco dopo si inizierà a pagare anche l’Imu, se si è proprietari di abitazione. L’aliquota è stata fissata dal governo al 4 per mille e i comuni, in nome del federalismo fiscale, possono abbassarla o innalzarla del 2 per mille. Il 16 giugno bisognerà pagare la prima rata. Il costo medio dell’Imu prima casa sarà di poco superiore a 80 euro per famiglia. A Milano e Roma, però, la stangata sarà superiore ai 400 euro. E’ prevista una detrazione di 200 euro, incrementata di 50 euro per ogni figlio a carico di età inferiore ai 26 anni, fino a un massimo di 400 euro.
Il decreto Salva Italia manda poi in pensione dall’anno prossimo la Tarsu, la tassa sui rifiuti: lascerà il posto alla Tares, il Tributo comunale che oltre ai rifiuti servirà a pagare anche altri servizi comunali come l’anagrafe, l’illuminazione pubblica e la polizia locale. Del tutto nuova pure la base imponibile del tributo, visto che si pagherà sull’80 per cento della superficie catastale dell’alloggio su dati dell’Agenzia del territorio (non più, quindi, sulla metratura dichiarata dal cittadino). Anche qui, i sindaci potranno maggiorare il balzello, fino a 40 centesimi al metro quadrato.
Miglioreranno invece (si spera) i rapporti con Equitalia. Chi non ce la fa a pagare tutto subito potrà ricontrattare il debito fino a 72 rate e scegliere anche il sistema a rate crescenti, se pensa di avere poco da dare oggi, ma di più in prospettiva. La rateazione decade se non si pagano due rate consecutive. Le ipoteche sugli immobili poste solo se la somma dovuta è oltre i 20 mila euro (oggi dagli 8 mila in su). Viene allentatata anche la morsa del pignoramento del quinto dello stipendio, che scatterà solo se il debito è superiore a 5 mila euro. Se è invece fino a 2 mila, si pignorerà il decimo, e tra 2 e 5 mila il settimo. I debiti sino a 30 euro verranno cancellati. Prima di avviare la riscossione, infine, Equitalia manderà una l’ettera di cortesia’, che però non bloccherà la procedura.
Per quanto riguarda la lotta all’evasione, intanto, fioriscono le “black list” di contribuenti da sottoporre ad accertamento. Ne sono state contate fino a oggi 14. L’ultima nata, col decreto “semplifica Italia”, viene alimentata dai cittadini che non ottengono ricevute fiscali e scontrini: in questo caso possono chiamare il 117 della Guardia di Finanza, fornire le loro genaralità e segnalare il caso. Nato nel 1996, il 117 non aveva mai vissuto giorni di gloria fino all’inizio di quest’anno, quando le telefonate sono salite di un buon 50 per cento, con punte del 70. Domanda: ma se le liste sono tante, come farà il fisco a condurre i controlli? Risposta: si conta molto sull’effetto annuncio, ed è questa la filosofia che ha guidato i blitz nei negozi di Cortina, Roma, Milano, Bergamo, Perugia, Courmayeur, Venezia, Viareggio, Firenze e diverse località del Mezzogiorno.
Il cantiere è aperto invece per il famoso redditometro. Si sono inaspriti gli studi di settore e finiranno in “lista nera” i contribuenti che si discosteranno di 50 mila euro ovvero del 15 per cento, dai parametri del fisco, ed è stato riprististinato l’elenco clienti e fornitori.
Molte novità anche in fatto di mutui. Se vuoi accenderne uno, non dovrai più aprire un conto corrente presso la banca che lo eroga. Se il mutuo invece ce l’hai già e vuoi cambiarlo perché hai trovato un istituto che ti concede migliori condizioni, l’operazione sarà rapida. Finora, per effettuare la “surroga”, la banca subentrante aveva 30 giorni lavorativi di tempo, a partire dall’avvio dei colloqui con quella “uscente”, per espletare le pratiche necessarie per la presa in carico del cliente, compresa l’istruttoria sull’affidabilità del titolare del mutuo. Adesso, il tempo a disposizione scende a 10 giorni di calendario. Trascorsi i quali, se la banca che acquisisce il cliente non completa le pratiche scatta la penale, che arriva fino a un massimo dell’1 per cento del valore del prestito.