C’è una porticina sul retro della sede della Consiglio regionale. Non l’ha mai usata nessuno. Neppure nel periodo di peggior tensione nella storia della regione Molise.

Nessuno tranne Paolo di Laura Frattura. A memoria, contestato sempre in tema sanità.

Donato Toma, che di Frattura ha conservato classe dirigente sia politica che amministrativa, si sarà immedesimato nel suo predecessore.

Evidentemente suggerito dagli stessi suggeritori di Frattura, Toma arriva a Palazzo D’Aimmo verso le 10.20. Sta per andare in scena il Consiglio monotematico sulla sanità. E lui, Toma, oggi (daagosto 2021)  è presidente della Giunta e commissario ad acta alla sanità. Ha approvato un Piano Operativo sanitario. Prima si è autoproclamato “Superman” andando in apertura delle testate giornalistiche perché nessuno come lui ha approvato un Piano Operativo in 35 giorni dalla sua nomina.

Poi sono iniziate le contestazioni: chiudono reparti a Isernia, Termoli e Campobasso. Lui, Toma, non sapendo come uscirne, ritorna in video, alza le mani e sostiene: il piano non è mio, lo ha fatto l’ex commissario Giustini. Io ho fatto solo piccole modifiche. Il mio Piano sanitario sarà il prossimo.

Oggi va in aula, entra di nascosto. Cammina muro muro come chi deve nascondersi.

L’auto di servizio viene parcheggiata nella sede dell’assessorato al Lavoro (quello di Mena Calenda per intenderci) a va XXIV Maggio che si trova di rimpetto alla sede del Consiglio regionale che ha invece l’ingresso a via IV Novembre.

Quatto quatto, lui e il suo autista (pure quello era lo stesso di Frattura come il capo di gabinetto, il capo segreteria, i dirigenti esterni, ecc…) camminano di soppiatto per arrivare in aula. All’ingresso principale c’erano manifestanti della CGIL.

Neanche molti dal punto di vista numerico, a dire la verità.

Chiaramente è iniziato il declino finale di Donato Toma e della sua Giunta.

Chiaramente ci dovremo aspettare, da oggi, che qualche consigliere regionale finora in linea con la maggioranza, inizierà a prendere le distanze dal governatore per ricostruirsi una certa verginità politica dopo 3 anni e mezzo di sottomissione.

Chiaramente il governatore e commissario ad acta pensa di potersi sdoppiare nelle varie vesti. Altrettanto chiaramente il presidente della Giunta regionale non avrebbe discutere il Consiglio regionale, ma non c’è riuscito.

Altrettanto chiaramente Toma oggi ha dimostrato di non avere coraggio, e probabilmente neppure le competenze, di poter affrontare argomenti né tantomeno di rispondere a critiche basate sugli atti da lui firmati.

Aspettiamoci, a fine giornata, che il governatore Toma possa firmare una mozione che impegni il commissario Toma a non attuare il Piano sanitario da lui stesso firmato.

Intanto resta il dato di fatto: camminare muro muro, di soppiatto, è un atteggiamento che non si addice ad un rappresentante istituzionale.

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