Presso la sala convegni della Caritas di Termoli si è svolta la presentazione del libro di Antonio Smargiassi “Storia di Termoli,” l’evento è stato organizzato dal Lions Club Termoli Host e patrocinato dalla fondazione Andrea di Capua Duca di Termoli.

L’avvenimento è stato introdotto dal Presidente del Club Termoli Host Tommaso Freda e moderato dal Presidente dell’associazione Andrea di Capua Duca di Termoli nonché socio del Club Termoli Host Roberto Crema. Antonio Smargiassi, studioso e uomo dal carattere schivo, Direttore Didattico in pensione ha ricoperto anche il ruolo di formatore su incarico dell’Ente Ospedaliero San Timoteo, ha fatto parte del Consiglio di Amministrazione “Opera Serena”, ha partecipato con successo a vari concorsi letterari ed è considerato uno dei più autorevoli studiosi della storia di Termoli con la quale ha avuto modo di confrontarsi in più occasioni con la redazione di vari libri tutti di grande pregio, questo volume è la sua ultima fatica. Il libro tratta della storia di Termoli dalle origini fino alla metà del secolo xx°.

Il preside Smargiassi nella sua relazione si è soffermato soprattutto sulla storia di Termoli all’indomani degli anni cinquanta fino ai giorni nostri. In quegli anni, siamo nell’immediato dopoguerra, il degrado della città vecchia era notevole, l’acqua proveniente dall’Aquedotto Pugliese era erogata solo per cinque ore al giorno, la luce elettrica era un lusso in quanto moltissimi non potevano permettersi il contatore e dovevano collegarsi alla rete pubblica avendo la disponibilità di una sola lampadina per casa. La Riforma Fondiaria nel territorio di Termoli aveva ridistribuito solo 120 ettari, quota assolutamente insufficiente per un territorio come quello terrmolese.

La Termoli di allora era un paese costituito da pescatori, ortolani, contadini, pochi artigiani, cinque calzolai, un barbiere e un falegname, pochi opifici tra cui tre pastifici, una fabbrica di bevande gassate ed un’industria per la lavorazione del pesce. Come eredità della guerra oltre ad altre cose erano stati abbandonati molti carri armati tedeschi e qualcuno pensò di utilizzare i motori diquesti mezzi adattandoli alle barche da pesca. Questa idea ebbe un notevole impatto rivoluzionando quella che era allora l’attività principale della città di Termoli, la pesca. Nella paese vi erano diversi professionisti, ma il linguaggio parlato era il termolese.

All’epoca nel paese non vi erano molte occasioni di svago e quindi molti si dedicavano al quello che oggi si definisce gossip. Fuori porta le realtà imprenditoriali erano costituite da proprietari terrieri e commercianti. Nel borgo vecchio l’attività principale era la pesca, per il restante gran numero di disoccupati l’unica alternativa era l’emigrazione, un problema per la città era costituito dall’alto numero di analfabeti. Molti erano comunque i vitelloni che a Termoli erano definiti “scanzafatiche” che vestiti di tutto punto si dedicavano allo struscio ed al corteggiamento.

Per quanto riguarda le attività turistiche vi erano pochi stabilimenti balneari, quello più alla moda all’epoca era il lido Panfilo, in seguito fu realizzato anche un collegamento con le isole Tremiti, vi erano anche un cinema ed un teatro di rivista che funzionavano più che altro in estate per allietare i turisti provenienti da Campobasso e da altri paesi dell’interno. L’organizzazione dell’estate termolese e della sua principale attrazione costituita dalla “sagra del pesce” era a cura dell’Azienda Autonoma di di Soggiorno che dalla sua istituzione nel 1962 rappresentò un notevole salto di qualità per il turismo termolese.

Sul piano politico, come nella maggior parte del sud Italia il partito di maggioranza era la DC che però a Termoli fini per spaccarsi sulle scelte di sviluppo in quanto i Dorotei erano favorevoli ad uno sviluppo turistico, mentre i Fanfaniani erano favorevoli ad uno sviluppo industriale. I Dorotei temevano che la scelta industriale potesse favorire l’affermazione del Partito Comunista. Prevalse la posizione dei Fanfaniani con la costituzione del Consorzio Industriale della Valle del Biferno nel 1967. La prima industria fu lo Zuccherificio inaugurato nel 1969 dal Presidente del Senato Amintore Fanfani. Il progetto di industrializzazione della città fu portato avanti con molta determinazione favorendo la crescita di Termoli a livello demografico.

L’arrivo della Radio e della TV fu una vera rivoluzione poiché mostrava ai termolesi tutta l’Italia e dava un’idea del paese. L’importanza sociale della TV fu quella di omologare la società e di emanciparla. L’emancipazione toccò soprattutto le ragazze che ebbero l’occasione di uscire da una logica che le vedeva destinate ad essere solo delle buone casalinghe. Molte di esse decisero di studiare e di laurearsi. Termoli cambiò volto non era più soltanto una città di pescatori.

Ora Termoli vive un momento di crisi, ma questa di oggi è una crisi valoriale a carattere nazionale e globale. Al termine della manifestazione il Presidente Freda ha ringraziato il Preside Smargiassi i soci e tutti i partecipanti.

Articolo precedenteCoronavirus, Confcooperative Molise: Il Centro Servizi promuove e applica lo smart working “a tutela dei lavoratori”
Articolo successivoIsernia – Avviso “Dehors” su suolo pubblico, ad annunciarlo l’assessore comunale Linda Dall’Olio