È stato presentato oggi, venerdì 17 novembre alle 10:00 a Roma (c/o Associazione stampa estera, via dell’Umiltà 83/c), nell’imminenza della prima Giornata mondiale dei Poveri del 19 novembre, il  “Rapporto su povertà giovanili ed esclusione sociale in Italia” (.pdf), realizzato da Caritas Italiana. Nella stessa occasione sono stati presentati i rapporti nazionali di Caritas Malta e di Caritas Portogallo.
È intervenuto:
  • S.E. Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale CEI
Hanno presentato i Rapporti Povertà in Europa e in Italia:
  • ItaliaFederica De Lauso (Ufficio studi, Caritas Italiana)
  • PortogalloAna Nunes (Caritas Portogallo)
  • MaltaAndré Bonello (Caritas Malta)
  • Agrigento: Valerio Landri (direttore Caritas Agrigento)

Coordina: Lucia Ascione (giornalista, TV2000)

È inoltre intervenutaShannon Pfohman (Policy and Advocacy Director, Caritas Europa) sulle politiche dell’Unione Europea a favore dei giovani e di contrasto alla povertà, con alcune anticipazioni del “Rapporto Cares 2018” di Caritas Europa.

Le riflessioni conclusive sono state di don Francesco Soddu, direttore Caritas Italiana.
Quello che emerge dal Rapporto Caritas è un quadro drammatico. Nell’ultimo ventennio, osserva la Caritas, il divario di ricchezza tra giovani e anziani si è ampliato.

Capifamiglia under 34 sempre più poveri, tassi di disoccupazione giovanile tra i più alti d’Europa, ascensore sociale bloccato e record di Neet. In Italia la povertà tende a crescere al diminuire dell’età: i figli stanno peggio dei genitori, i nipoti peggio dei nonni. E’ quanto rileva il Rapporto di Caritas italiana su povertà ed esclusione sociale 2017 “Futuro anteriore”, che quest’anno si focalizza sulla vulnerabilità dei giovani. Nella fascia di età 18-34 anni è povero 1 su 10 e il rischio povertà ed esclusione sociale tocca il 37% dei giovani italiani. Complessivamente, in dieci anni la situazione è andata peggiorando visto che il numero complessivo di poveri è aumentato del 165,2% in un decennio: nel 2016 le persone in grave povertà sono risultate 4 milioni e 742mila.

Preoccupa la situazione dei minori: in Italia, 1 milione 292mila sono nella povertà assoluta (il 12,5% del totale). Particolarmente drammatica la condizione delle famiglie dove sono presenti tre o più figli minori per le quali l’incidenza della povertà sale al 26,8%, coinvolgendo quasi 138mila famiglie e oltre 814mila individui. Risulta ampio il divario relativo all’incidenza della povertà tra i nuclei di soli stranieri (25,7%) e misti (27,4%) rispetto a quella di soli italiani (4,4%). L’Italia è il terzo Paese dell’Unione ad aver incrementato il numero dei giovani in difficoltà.

Nel 2016 sono state 205.090 le persone accolte ed sostenute presso i 1.801 Centri di ascolto (Cda), collocati in 180 diocesi italiane, di cui si dispongono i dati. Escludendo i dati relativi ai due Centri di ascolto di Ventimiglia, impegnati per lo più con immigrati diretti in Francia, sono state 189.101 le persone che l’anno scorso si sono rivolte ad un Cda. Di queste il 43,8% sono nuovi utenti. L’Italia infine è il paese dell’Ue con la più alta presenza di Neet, cioè giovani senza lavoro e che non frequentano percorsi formativi: nel 2016 3 milioni 278mila giovani, il 26% di chi ha tra 15 e 34 anni, risultavano fuori dal circuito formativo e lavorativo.

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