C’è bisogno di cambiare un’impostazione rigorista a tutela dei precari, dei disoccupati, dei lavoratori licenziati rimasti privi di ammortizzatori sociali e di pensionati al minimo che non riescono più a reggere le spese di sussistenza e sono costretti a scegliere tra il mangiare, fare una visita medica o pagare le bollette di telefono, gas, acqua, rifiuti e energia elettrica. Non possono essere i più poveri a caricarsi l’onere di risanare i conti pubblici dello Stato a fronte di una ricchezza esibita, esposta e sfacciata che non viene intaccata in maniera significativa.
Servono politiche espansive che rilancino la crescita, i consumi e agevolino la produzione, il lavoro e le fasce popolari meno abbienti a partire dai pensionati al minimo, dai non autosufficienti e dai disoccupati di lunga durata. L’appello di CGIL-CISL-UIL merita di essere raccolto a tutti i livelli istituzionali e spetta anche alla Regione Molise fare il proprio dovere con serietà e coerenza, attivando il Reddito Minimo di Cittadinanza, aiutando i lavoratori espulsi dalle aziende, sbloccando le domande di cassa integrazione e mobilità in deroga, finanziando i capitoli di bilancio sulle politiche sociali che agevolino l’assistenza domiciliare agli anziani, ai diversamente abili e alle altre fasce deboli delle popolazione.
Con concretezza si possono risparmiare fondi su altri capitoli di spesa e consentire a chi è in difficoltà di sentirsi parte di una comunità solidale che non lo abbandona al proprio destino.