Tra i provvedimenti in discussione in sede europea per temperare le asprezze della crisi c’è l’istruttoria su un reddito minimo di cittadinanza da garantire alle fasce deboli della popolazione. 

In Italia ci sono state diverse sperimentazioni nazionali e regionali su questa materia, più agganciate all’inserimento lavorativo di categorie svantaggiate o disoccupati di lunga durata, che orientate ad assicurare un sostegno economico essenziale per la sussistenza. In Molise con la legge regionale n. 2 del 26 gennaio 2012 è stato istituito il reddito minimo di cittadinanza che ci pone, per una volta in positivo, tra le regioni italiane che provano a dotarsi di una misura legislativa di contrasto alla povertà. Per entrare a regime ed esplicare i propri effetti benefici sui molteplici casi di disagio sociale esistenti sul territorio, il reddito di cittadinanza ha bisogno di un Regolamento attuativo che dovrà varare la Giunta Regionale, previo confronto con le confederazioni sindacali e le commissioni consiliari competenti per materia.
Per domani pomeriggio alle 17.30 diverse associazioni hanno promosso presso la Chiesa di S. Antonio di Padova a Campobasso una riflessione su questo argomento sollecitando interventi delle Caritas Diocesane, dei Sindacati, delle testimonianze di figure in difficoltà e sollecitando l’Assessore Regionale alle Politiche Sociali a chiudere i lavori. L’iniziativa, sobria e mirata, rappresenta uno stimolo costruttivo della società civile che chiede alla politica di dare risposte urgenti ai tanti drammi familiari che si consumano tra le pareti domestiche. C’è un Molise dignitoso che soffre la povertà in silenzio e ci sono crescenti casi di difficoltà estrema che toccano lavoratori licenziati, piccoli imprenditori vicini al fallimento, persone uscite dalla copertura della mobilità in deroga, anziani malati a cui non basta la pensione al minimo e nuclei familiari che non reggono il costo della vita. In una comunità solidale nei momenti di crisi non si abbandonano i più deboli e le istituzioni hanno il dovere di parlare con gli atti deliberativi, le leggi ed i provvedimenti amministrativi, senza retorica o parole vuote. Il Reddito Minimo di Cittadinanza è stato approvato all’unanimità in Consiglio Regionale, non ha colorazione politica e può rappresentare quella piccola luce in fondo al tunnel per tante persone che perdendo la speranza potrebbero reagire violentemente contro sé stessi o verso gli altri. La Giunta Regionale adotti il Regolamento e spinga anche a livello nazionale ed europeo per assumere il ruolo di un territorio pilota su una sperimentazione positiva in una materia di drammatica attualità.

Michele Petraroia
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