di Giovanni Minicozzi

La quarta ondata Covid sta investendo anche il Molise seppur in misura minore rispetto ad altre regioni grazie alla sensibilità dei molisani che hanno aderito in massa alla vaccinazione, terza dose compresa. Tuttavia ciò non elimina il rischio di un peggioramento della situazione soprattutto nel periodo invernale.

Il sistema sanitario regionale però appare del tutto inadeguato a fronteggiare tale eventualità aggravata sia dalla persistente mancanza di un Covid Hospital sia dal numero insufficiente dei posti letto di terapia intensiva indispensabili per salvare vite umane. In particolare la realizzazione della famigerata torre di Babele presso il presidio ospedaliero del Cardarelli, reiteratamente annunciata come “imminente” dal commissario Toma e dal dg Florenzano, a distanza di oltre un anno resta un miraggio mentre il Vietri di Larino resta vuoto e inutilizzato.

Per quanto riguarda i posti letto di terapia intensiva resta la vergogna delle tre tendopoli realizzate nei piazzali degli ospedali di Campobasso, Isernia e Termoli, tendopoli chiuse e inutilizzate per mancanza di personale. In sostanza la scelta scellerata voluta dal presidente della regione e dall’ex commissario Domenico Arcuri è servita solo per sprecare quattro milioni di euro di soldi pubblici e per fare becera propaganda politica.

Su tutto resta il giallo circa il numero reale dei posti letto di terapia intensiva realmente utilizzabili. Dall’inizio della pandemia Regione e Asrem hanno sempre comunicato a Roma la disponibilità di 39 posti ma la vicenda è finita nel mirino della procura della repubblica di Campobasso che sta indagando da diversi mesi. Ancora oggi con quattro contagiati ricoverati nella rianimazione del Cardarelli i vertici di Asrem e Regione raccontano che abbiamo toccato la soglia critica del 10% poiché la percentuale viene determinata considerando il rapporto tra i quattro ricoverati e i presunti 39 posti di terapia intensiva.

In realtà il Cardarelli (Covid Hospital) dispone di soli dodici posti per la rianimazione e non esistono, al momento, convenzioni specifiche con le strutture private accreditate. Dunque la domanda sorge spontanea: dove sono gli altri posti letto di terapia intensiva?
Per la cronaca nei tre ospedali pubblici del Molise esistono complessivamente 26 posti per la rianimazione così suddivisi: 12 al Cardarelli, 9 al Veneziale e 5 al S. Timoteo.

Con questi numeri il tasso di saturazione dei reparti di rianimazione sarebbe di oltre il 15% e non del 10,2. Peraltro la rianimazione del Cardarelli, unica in Europa, ospita anche quattro pazienti no Covid in un ambiente sostanzialmente unico, diviso solo dal famoso muro di cartongesso che non separa completamente i due spazi, e con un solo rianimatore per ogni turno di servizio. Dunque, in attesa dell’esito delle indagini giudiziarie, il giallo sul numero effettivo dei posti letto di terapia intensiva resta.

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