di Giovanni Minicozzi

La triste vicenda che vi racconto oggi è ambientata, manco a dirlo, nell’ospedale Cardarelli di Campobasso,  unico Hub regionale trasformato in centro Covid senza averne i requisiti. La storia comincia pochi mesi dopo l’insediamento al vertice della Regione del presidente Donato Toma. Lo stesso Toma, esautorato dal governo dal ruolo di commissario ad acta, nel tentativo di frenare le critiche dei cittadini rivolte alla sua persona e al servizio sanitario decise di aprire un nuovo reparto al quinto piano del Cardarelli.

Per pubblicizzare  la sua proposta organizzò una conferenza stampa sul posto e annunciò in pompa magna un finanziamento di un milione e duecentomila euro destinati allo scopo. Detto e mai  fatto anche a causa della pandemia  sopraggiunta dopo circa 18 mesi dalla conferenza stampa. La storia ci interessa molto perché il progetto esecutivo elaborato dai tecnici dell’Asrem per ristrutturare il quinto piano prevedeva in modo esplicito la messa a norma dell’impianto per la distribuzione dei gas medicali (ossigeno) in quanto quello esistente  evidentemente risultava essere  del tutto fatiscente.

Nel mese di marzo del 2020 è arrivata la pandemia, la ristrutturazione del quinto piano non è stata realizzata ma gli spazi vuoti esistenti in quel piano sono stati adibiti a reparto di malattie infettive  destinato al ricovero dei contagiati Covid. In piena pandemia, ovvero dal mese di ottobre 2020 in poi, al quinto piano sono stati ospitati una quarantina di pazienti molti dei quali sono deceduti. Dunque gli addetti ai lavori e lo stesso Toma non potevano non sapere  che l’impianto per la distribuzione dell’ossigeno non era a norma ma loro, imperterriti, hanno continuato a ospedalizzare contagiati Covid con difficoltà respiratorie al quinto piano del Cardarelli.

Solo un anno dopo e precisamente il 18 febbraio di quest’anno il direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano ha deliberato la messa a norma dell’impianto in questione. Da sottolineare che dal  mese di gennaio in poi il sottoscritto ha girato personalmente diversi video, consegnati anche dalle Tv nazionali, per dimostrare la precarietà e la pericolosità  dell’impianto. L’ultimo video, che allego in calce all’articolo, risale al 15 febbraio del 2021 ma i lavori di rifacimento e potenziamento dell’impianto sono terminati a metà marzo di quest’anno.

E non finisce qui poiché  indiscrezioni provenienti dagli addetti ai lavori raccontano che il primario del reparto di malattie infettive Donato Santopuoli in piena pandemia avrebbe segnalato ufficialmente ai vertici dell’azienda sanitaria la gravissima situazione relativa all’emergenza ossigeno, in particolare al quinto piano. Stupefacente infine per non dire vergognoso l’atteggiamento manifestato  dagli ispettori ministeriali, che hanno visitato  il Cardarelli lo scorso l 27 gennaio. Secondo quanto comunicato dal direttore Urbani costoro non hanno  segnalato nessuna anomalia circa il fatiscente impianto per la distribuzione dell’ossigeno. Ora spetta alla magistratura accertare eventuali responsabilità dirette e/o complicità in questa  drammatica vicenda.

I familiari delle vittime e tutti i molisani chiedono giustizia e verità.

 

 

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