In questi giorni tanti Comuni d’Italia hanno deciso di rafforzare il concetto di memoria, cosi come costituzionalmente indicato, adottando un atto di alto valore non solo simbolico ma anche sostanziale concedendo la cittadinanza onoraria per la Senatrice Liliana Segre. La storia della Segre non ha bisogno, in questa sede, di ulteriori commenti e le testimonianze di solidarietà che le sono arrivate da parte di tanti Sindaci e da parte di uomini e donne da ogni luogo d’Italia (e del mondo) confermano che, nonostante qualcuno evochi tempi bui della nostra storia che richiamano a forme di fascismo praticate in veste nuova, l’Italia è, nella convinzione della stragrande maggioranza dei suoi cittadini, libera, democratica e antifascista.

Proprio questa convinzione dovrebbe orientare una scelta di rappresentanza amministrativa che superi le ingiustificate beghe campanilistiche che troppo spesso pervadono le nostre piccole comunità e questa consapevolezza deve contribuire necessariamente al superamento dei particolarismi nazionali (e a maggior ragione locali) e al ripudio di ogni forma di razzismo, di integralismo religioso e di discriminazione. Ai lettori più attenti non sfuggirà una sorta di sofferenza nello scrivere queste righe perché, a prescindere dal ruolo di rappresentanza sindacale che mi è stato affidato pro tempore, sono nato e cresciuto in Oratino, paese al quale sono legato anche da rapporti, a dir poco stretti, con diversi componenti dell’Amministrazione Comunale. In qualche maniera, per ruolo ricoperto e per storia personale, mi sarei aspettato, in tempi non sospetti, un coinvolgimento maggiore su questa vicenda.

Magari un coinvolgimento che andasse oltre le barriere che dividono la maggioranza dalla minoranza di un piccolo Comune anche su argomenti che necessiterebbero di sintesi e condivisione e tra i tanti prediligerei quelli che rappresentano patrimonio universale e specificità genetiche di organizzazioni tipo quella che mi onoro di dirigere: la CGIL. In ogni discussione, anche in quelle private, ho invitato diversi interlocutori a prendersi il tempo necessario per cercare la condivisione massima, prevedendo magari anche azioni di sensibilizzazione a partire dalle nuove generazioni, intorno alla costruzione per la migliore riuscita della nobile proposta. Purtroppo sembra che siano prevalse, ancora una volta, posizioni da barricate che non fanno onore a nessuno e che marchiano Oratino con epiteti che di certo non merita.

Oggi, anche per queste ragioni, conoscendo la storia politica e umana di tanti rappresentanti istituzionali oratinesi e provando con grande sforzo a intuire quali siano stati i diversi e contrastanti sentimenti nel determinare un voto di parità che, di fatto, dovrebbe dare la possibilità di riproporre la discussione della cittadinanza onoraria a Liliana Segre ad una futura votazione, lancio l’invito ad affrontare con la dovuta serenità la prossima seduta di Consiglio Comunale auspicando che la cittadinanza onoraria alla Senatrice SEGRE non deve in nessun caso diventare terreno e oggetto di scontro di una discussione comunale ma proprio per quello che la Segre rappresenta, deve essere la pietra miliare di un percorso che faccia superare l’avvelenamento dei rapporti tra le persone e che rafforzi il tessuto sociale locale e il concetto universale di umanità.

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