La campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale del Molise e che esprimerà il nuovo Governatore prende vigore, ogni candidato presenterà agli elettori il proprio programma, le proprie idee di soluzioni.

Ognuno prenda coscienza della situazione regionale, di quanto fatto e di quanto c’è ancora da fare per strutturare una ripresa sostenibile, in modo da poterlo poi sostenere, e nel farlo cogliendo tutte le opportunità possibili.

Nel prendere coscienza, si tenga conto dei dati forniti da più osservatori, che dicono che il 2017 si chiude, con una ripresa consistente del mercato del lavoro molisano. Che l’occupazione si muove con maggiore intensità, che le assunzioni crescono fino a raggiungere buoni livelli. Ma soprattutto che adesso serve strutturare qualitativamente i contratti per una occupazione di qualità per garantire una crescita equilibrata dell’occupazione.

Perché il contratto stabile rallenta ancora e, per il secondo anno consecutivo, non crea più posti di lavoro aggiuntivi. Il tempo indeterminato s’inaridisce, anche per mancanza d’incentivi: scendono le assunzioni e le cessazioni, rallentano anche le trasformazioni dei contratti a termine e di apprendistato in nuovi contratti stabili.

Dilagano il contratto a termine e stagionale, che regolano oltre il 77% delle nuove assunzioni, perché il mercato del lavoro è condizionato da una spiccata stagionalità che taglia l’anno in 2 periodi diseguali: nei primi 3 trimestri le assunzioni superano i licenziamenti; nel quarto trimestre prevalgono invece le cessazioni, per effetto della scadenza dei numerosissimi contratti a termine e stagionali.

La distribuzione del lavoro si concentra in alcuni comparti. Assolutamente prevalente è il settore agricolo (28,2), seguito dalla pubblica amministrazione (17,1) e dalle costruzioni (11,8), che presentano valori superiori alla media nazionale. In questi 3 settori nasce il maggior numero delle occasioni di lavoro (quasi il 60%). Più distanti seguono industria, trasporti e servizi finanziari.

L’analisi (meno completa rispetto alle Comunicazioni obbligatorie) è dell’Osservatorio Inps del precariato, che registra una forte impennata della tipologia contrattuale a termine e stagionale.

Il Molise (insieme all’Abruzzo) è una delle regioni che hanno pagato di più la fine degli incentivi legati al Jobs act: nel 2016 le assunzioni sono crollate del 14%, colpendo anche i settori virtuosi delle costruzioni, dei trasporti e della pubblica amministrazione.

E’ questo un aspetto che rivela un po’ di debolezza nel sistema locale delle piccole e medie imprese: se da un lato lascia capire che, probabilmente, gli incentivi di quest’anno spingeranno al rialzo le assunzioni stabili, dall’altro conferma una certa fragilità di un’occupazione regionale che si lascia condizionare, molto di più rispetto al resto del paese, dalle agevolazioni contributive.

Chiunque ci rappresenterà in Molise sii pronto al confronto con i soggetti portatori d’interessi quale il sindacato, sulle tematiche del lavoro come per quelle sociali, in modo che unendo le forze si possano raggiungere i risultati, certamente ognuno per il contributo che potrà apportare, per i cittadini molisani, siano essi pensionati o lavoratori.

La CISL farà sempre la sua parte, perché impegnare tutti i livelli dell’organizzazione per individuare soluzioni praticabili come risposte ai problemi che quotidianamente si affrontano, significa solo essere sindacato al 100%.

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