Il governatore del Molise non ha più la maggioranza neppure per le nomine in consiglio.
La strategia ideata stavolta dal suo vice Cotugno, di chiedere la convocazione straordinaria dell’assise ad oggi venerdì 29 luglio per effettuare le nomine del garante della persona e dei revisori dei conti, non ha prodotto i risultati sperati. Arrivati in aula Toma ha dovuto prendere atto che mancavano gli 11 voti necessari. Così, senza nemmeno troppo scomporsi, si è rivolto ai grillini. Avvicinatosi alla loro postazione, 5stelle e Toma hanno dato vita ad una riunione raggiungendo l’accordo di rinviare a settembre la votazione per la scelta degli incarichi.
Anche perché anche le opposizioni al momento non hanno i numeri per affermarsi. Specie sulla questione del garante dove occorre la maggioranza dei 2/3 nelle prime due votazioni. Poi la maggioranza assoluta (la metà più uno dei componenti dell’assemblea) a partire dalla terza votazione.
Non è la prima volta che il Movimento 5Stelle Molise corre in soccorso al presidente della Giunta che, rimasto senza numeri, è costretto ad elemosinare lo spalleggiamento dei pentastellati che ben si prestano in aula ad accontentare il governatore salvo poi voler apparire sulla stampa come i grandi oppositori in nome e per conto del bene comune. Comune sì, ma di certo non al popolo molisano. Perché un’opposizione degna di tale nome, di fronte alla carenza di compattezza politica intorno al presidente della Regione per di più agli sgoccioli del mandato, avrebbe dovuto chiedere a gran voce le sue dimissioni piuttosto che rifugiarsi in una strategia salvapoltrone. Anche se solo per una manciata di mesi. (fonte fdm)

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