di VINCENZO MUSACCHIO

Credo che qualsiasi forza politica che voglia definirsi matura e democratica debba riconoscere il risultato elettorale, accettarlo per quello che è, rispettando la volontà degli elettori. In democrazia funziona così. Personalmente ritengo che la partita l’abbia persa a livello locale il gruppo dirigente che, sempre a mio avviso, ha commesso un errore dietro l’altro, peccando a volte di ingenuità, a volte di arroganza, a volte di presunzione.

Le elezioni politiche sono una cosa, le regionali sono altra cosa! I numeri parlano chiaro: il M5S è il primo partito del Molise ma alla prova dei fatti perde pur potendo vincere. In Molise si è persa, dignitosamente, una partita che poteva esser vinta agevolmente. Persone intelligenti aprirebbero la stagione della critica interna (quella vera e non di facciata) e rifletterebbero su tutto ciò che avrebbe consentito di raggiungere un risultato migliore. Le cose su cui ragionare non sarebbero poche! Su tre punti mi vorrei soffermare.

In primis, il totale fallimento delle regionarie che non sono affatto espressione di democrazia (lo dimostrano i 7000 voti di Patrizia Manzo). In secundis, le assurde esclusioni, che mi riguardano direttamente, su cui mi soffermo solo per dire che nel modo in cui sono state gestite hanno allontanato molti elettori. In ultimo, le modalità della campagna elettorale affidate ad integralisti per i quali l’offesa, in alcuni casi ai limiti del linciaggio, è stato l’unico modo di poter interloquire con l’altro. Chi dissente viene subito attaccato con ogni mezzo.

Questi aspetti a mio giudizio hanno allontanato molti elettori dai grillini. Nessuna acrimonia e nessuna ostilità preconcetta, quando il M5s farà scelte condivisibili lo difenderò, quando ne farà di segno opposto, lo criticherò, ma sempre nel merito e nel rispetto delle persone. Ora la campagna elettorale è finita e alle parole occorrerà sostituire i fatti. Un ultimo interrogativo mi assale a livello nazionale: il Movimento resterà tale o diverrà Partito e si omologherà al trasformismo e al poltronismo? Chi vivrà vedrà!

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