Lo stimato professionista al centro delle responsabilità per il “lager” Villa Flora.

 

 

 

 

Il Dott. Franco Rossi
Il Dott. Franco Rossi

 

In una sola giornata, nel volgere delle 24ore, una persona per bene, ammirata e stimata da tutti, una vita dedita alla famiglia e al lavoro; spesa a dare conforto e cura a chi ne aveva bisogno, senza sottrarsi mai a favori è diventata per la giustizia e l’opinione pubblica locale e nazionale il mostro da portare alla sedia elettrica.

Dopo la cronaca, che riempie pagine e telegiornali, dopo  le intercettazioni ambientali audio/video dei Nas di Campobasso, gli arresti e i futuri giudizi, non possiamo esimerci dal trattare il caso umano del Dott. Franco Rossi, neurologo di chiara fama, ex consigliere regionale, attuale sindaco di Montaquila.

Un personaggio ribadiamo, stimato ed amato da tantissime persone, che nel corso degli anni si sono avvicinate a questo vulcanico personaggio che creò a suo tempo il “Sanatrix”, precursore della struttura privata  d’eccellenza internazionale  “Neuromed” di Pozzilli. Antesignano dell’innovazione sanitaria nelle neuroscienze a livello interregionale e filantropo indiscusso nel suo paese, a cui ha dedicato le sue attenzioni nel corso di una vita, a disposizione di tutti ed elargendo posti di lavoro indispensabili alle famiglie per sopravvivere, in un territorio in cui poche sono le possibilità di resistere per non emigrare.

Chi scrive, conosce profondamente il personaggio in questione per svariati motivi, che vanno dal lavoro alla cortesia chiesta al Dott. Rossi per far ricoverare  – circa due anni fa – un parente presso la Rsa Villa Flora, da ieri per tutto il mondo: la residenza degli orrori, la Hauschwitz molisana.

Si, avete inteso bene, ho dovuto chiedere un favore al Dott. Rossi, affinchè potesse avere la disponibilità di una stanza e di cure adeguate per un anziano malato psichico.

Ottenuta la stanza, iniziai a frequentare quasi quotidianamente la residenza ed ebbi modo di comprendere la divisione dei piani e i loro ospiti.

La struttura suddivisa in tre piani ben distinti. Al piano inferiore i malati gravi, quelli incontenibili, a cui risulta impossibile qualsiasi tipo di socializzazione, malati psichici vecchi e giovani. Quelli che nella loro tranquillità, da un momento all’altro possono scaraventarti addosso qualsiasi cosa hanno a portata di mano. Quelle persone sventurate che nessuno vuole, in quanto ingestibili e non graditi dalla società e da nessuna struttura.

Al primo e secondo piano, i degenti che non hanno la possibilità di cure familiari, alcuni malati psichici gestibili dalla residenza, con personale disponibile e qualificato a trattare con anziani e malati mentali non aggressivi.

Non mancarono, per tutto il periodo di ricovero del parente – circa un anno – le cure quotidiane, in stanze allestite di tutto il necessario: tvcolor, bagni sempre puliti, igiene massima e gentilezza estrema del personale, barba e capelli a giorni alterni, mai limitazioni per i parenti che volevano a qualsiasi ora raggiungere il proprio caro: bastava suonare al citofono ed ecco che un’operatrice scendeva ad aprire e ti accompagnava nella stanza.

Una cucina allestita da una chef disponibile a cucinare manicaretti apprezzati da tutti gli ospiti, sempre con un’igiene impeccabile.

Al primo e secondo piano, quindi si riscontrava, avendo visitato anche altre strutture – prima di scegliere Villa Flora – un’ambiente più che familiare: la residenza ideale per i malati e gli anziani. Bisogna aggiungere che la presenza del Dott. Rossi era quotidiana: mattutina e serale. Tutti gli ospiti l’aspettavano per scambiare due battute, chiedere, parlare degli argomenti più disparati. Rossi non si negava a nessuno, con la calma e la disponibilità di chi ha una profonda conoscenza dell’animo umano, era sempre attento ai singoli affinchè perdurasse un ambiente gioviale e confortevole, seppur nella lunga agonia della vecchiaia e della malattia che conduce irrimediabilmente a miglior vita.

Cosa avvenisse al piano inferiore era difficile immaginarlo. Trattare con persone “estreme malate di mente” non è cosa da niente ed ogni tanto si levavano grida diaboliche e rantoli.

Immaginare che il Dott. Franco Rossi sia una sorta di Dottor Jekyll E Mr. Hyde non è pensabile ed accettabile. Che abbia commesso delle leggerezze, che abbia osato oltre i limiti ad ospitare persone ingestibili e giovani malati di mente, senza essere autorizzato dalla legislazione in ambito sanitario, per aver forse inconsapevolmente generato il lager ripreso dalle telecamere nascoste, sarà la magistratura ad indagare e a porlo davanti ad eventuali responsabilità. Per chi lo ha conosciuto come il sottoscritto; Franco Rossi è solo un uomo come tanti che può commettere errori, ma di sicuro non è un mostro.

 

Pietro Tonti

 

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