31 ottobre del 2013, il Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, rimuove il segreto sull’audizione che il pentito Carmine Schiavone, boss del clan dei Casalesi, ha reso il 7 ottobre 1997 alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo rifiuti. A pagina 21 del verbale dell’audizione, alla domanda del Presidente della commissione parlamentare sui rifiuti, Scalia: “…l’attività si svolgeva fino a Latina; dove arrivava ad est?

Nella zona del Matese? In Molise?” Risposta di Schiavone: ”Si quella era una zona di nostra influenza” e ancora: Fino al 1992 noi arrivavamo nella zona del Molise (Isernia e zone vicine), a Latina…” Nella lista dei terreni al veleno c’è Venafro, la discarica di Montagano, contrada Fragnete (Isernia) e Castelmauro. Quest’ultima viene definita la piccola Cernobyl. Vi sono poi i “pozzi di Cercemaggiore”.

Acque reflue immesse nei pozzi dismessi (circa trenta anni fa) del giacimento petrolifero. Si trattò, verosimilmente, di immissioni di sostanze, non ben definite, in pozzi della profondità di oltre 3.000 metri. Senza dimenticare una delle aree più inquinate e tossiche d’Italia: i sei ettari in prossimità al centro di Guglionesi. Con i suoi metalli pesanti, cromo, mercurio e piombo.

L’Italia ha altre priorità, per quale motivo preoccuparsi di quello che accade in Molise? Se fosse il nostro un paese civile sarebbe stata questa una priorità; se si trattasse di un paese normale non ci troveremmo in queste condizioni. Ci stanno avvelenando ogni giorno, distruggono la nostra terra, ma tutto accade nella più assoluta normalità. Non a caso il numero di morti legati alle malattie tumorali è in crescita, il Molise come la Campania è diventata la discarica del malaffare. Si specula e si guadagna mettendo a rischio la salute di tanti molisani.

Tocca combattere contro tutto e tutti, non ci si può arrendere, per aver diritto al futuro occorre lottare e non rimanere indifferenti nella speranza che tutto si risolva da sé, come per miracolo. Si sta devastando un territorio svendendolo sull’altare di interessi personali e dei business consumati. L’allarme è stato lanciato da anni ma nessuno ha voluto affrontare il problema in modo serio e deciso.

Nel frattempo gli scarichi abusivi si moltiplicano. Nella nostra regione i delinquenti continuano a “lavorare” indisturbati, senza controlli e senza il rischio di essere “beccati”. Siamo in emergenza ambientale, è ora di aprire gli occhi. Le varie associazioni si battono molto per la causa, ma non basta. I cittadini non meritano tutta questa mortificazione. Il territorio ha già pianto abbastanza. Bisogna mobilitarsi. I rifiuti nocivi avvelenano la nostra terra, inquinano il suolo e rappresentano un pericolo per tutti.

C.C.

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