In questi giorni, in cui sto attraversando il Molise, mi chiedo come facciano a sopravvivere alcuni territori interni: strade disastrate, servizi e trasporti quasi inesistenti. Lo sviluppo del territorio molisano deve ripartire innanzitutto dai trasporti, è prioritaria una rete stradale efficiente.

Un’altra urgenza è quella di rendere finalmente funzionante il trasporto ferroviario, il quale, deve attraversare il Molise e non dividerlo in due ed isolarlo dal resto d’Italia. Infine, la nostra regione invece di licenziare, dovrebbe garantire posti di lavoro, aumentando il trasporto su gomma, per garantire questo servizio ai territori interni del Molise.

Senza un piano immediato di infrastrutture, il Molise sarà sempre isolato ed emarginato dal resto d’Italia e del Mondo, costretto, inoltre, da una politica assente, ad essere l’ultima regione d’Italia in tutti i settori. Siamo tornati indietro di 30 anni, prima nei paesi c’erano tutti i servizi, negozi, cinema, circoli, adesso sono completamente abbandonati, e, mentre il resto del mondo progredisce, il Molise sta diventando il Terzo Mondo dell’Italia.

Sempre a proposito di strade e frane molisane, alcune informazioni interessanti mi vengono fornite dal mio amico, geologo, dott. Roberto Lombardi. Il Cipe ha assegnato oltre 46 milioni di euro al Molise per ambiente, dissesto idrogeologico, infrastrutture e viabilità. Il finanziamento più cospicuo è quello per il consolidamento idrogeologico del versante nord-est della frana di Petacciato, ben 22 milioni di euro, come prima tranche, per mettere in sicurezza l’intero paese. Ben 10 milioni per la bonifica di amianto da scuole e ospedali della regione, mentre sono numerose le strade che verranno rimesse in sesto.

Il punto interrogativo da sciogliere è il seguente: a che punto sono le progettazioni e le priorità su cui intervenire nell’immediato? In realtà questa valanga di euro è focalizzata prevalentemente per strade urbane e messa in sicurezza di abitati (vedi Civitacampomarano e Petacciato) interessati da fenomeni franosi, ma, poco è destinato ad episodi franosi di strade provinciali e comunali che beneficeranno in piccolissima parte di questi fondi.

Intanto Legambiente sottolinea che il Molise è fanalino di coda per quanto riguarda le risposte fornite dai Comuni all’indagine ‘Ecosistema-rischio’ sull’esposizione al rischio frane e a quello idraulico nei comuni italiani. Solo 11 amministrazioni su 136, il 9% hanno risposto al questionario ed è la causa per cui il Molise è l’unica regione per la quale non è stato possibile tracciare un’esauriente elaborazione statistica.

Eppure, mi ribadisce il dott. Lombardi, la maggior parte di questi fenomeni sono facilmente mitigabili attraverso semplici accorgimenti, ad esempio drenaggi e modellamento dei versanti. Interventi, tra l’altro, con bassissimo impatto ambientale, per garantire ai molisani la fruibilità delle nostre strade interne e la sicurezza degli automobilisti.

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