Ovunque ci sia un nastro da tagliare lui c’è. Salvatore Micone sembra il dio dell’inaugurazione. Se ci fosse una delega al settore, dovrebbero nominarlo “consigliere a vita”. Si sono perse le memorie degli anni passati quando al centro dell’attenzione c’era l’allora presidente del Consiglio Michele Picciano. Per carità, il paragone non regge per cultura. Ma sull’interpretazione del mandato certamente l’attuale poliziotto prestato alla politica ha superato di gran lunga il suo predecessore finito per molto meno sotto gli occhi di una Procura più incline a scavare in ogni angolo della spesa pubblica. Chiaramente erano altri tempi.

Ad ogni buon conto, dove c’è una inaugurazione c’è Micone.
Apre il supermercato? Micone c’è.
Si inaugura una ferramenta? Arriva Micone.

Da babbo natale alla colomba pasquale ci sono nastri di ogni dimensione, lunghezza e larghezza da tagliare. Da fotografare e rigorosamente da pubblicare sui social. Tanto che sulla pagina facebook de “il binario 20bis” arriva il concorso “Ritaglia il tuo Micone” così da poterlo inserire con un copia e incolla sulle foto di un matrimonio e finanche alla conferenza di Jalta tenutosi dal 4 all’11 febbraio 1945 presso Livadija, in Crimea, durante la Seconda guerra mondiale, nel quale i capi politici dei tre principali paesi Alleati presero alcune decisioni importanti sul proseguimento del conflitto, sull’assetto futuro della Polonia, e sull’istituzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Accanto a Stalin, Churchill e Roosevelt ci piazzano pure a Micone.

Intanto sarebbe opportuno accertare se: è andato con l’auto blu e con autista. Perché sai com’è?

Un supermarket o una ferramenta sembrano avere ben poco di istituzionale per giustificare una eventuale spesa pubblica tra macchina, benzina e autista.

Consigliamo a Micone di imitare un po’ il suo vice presidente del Consiglio Cefaratti che pare partirà per la Bit di Milano e per Vinitaly senza usare i rimborsi istituzionali che pure può chiedere per diritto. In fondo con 10mila euro al mese, cifra più cifra meno, un po’ tutti i consiglieri possono permettersi il tour a Verona a spese proprie. Forse.

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