Le ultime elaborazioni con le proiezioni aggiornate per l’Inverno 2022/2023 fanno temere il peggio per l’Italia.
Stanno crescendo infatti i timori sul fronte meteo climatico, ovvero che possa ripetersi a grandi linee un Inverno di estremi simile a quello del 2021/2022, caratterizzato da pochissime precipitazioni, nevicate praticamente nulle e temperature quasi sempre oltre la media.

Se ciò si verificasse davvero, stavolta le conseguenze potrebbero essere gravi in quanto veniamo già da mesi di grave siccità, specie su alcune zone del nostro Paese. L’Autunno meteorologico è iniziato ormai da quasi due mesi, ma le piogge stanno continuando a risultare praticamente scarse o addirittura assenti.
La colpa è da attribuire a un particolare fenomeno climatico: la Niña.

A confermare questa previsione è proprio l’Organizzazione Mondiale della Meteorologia. Secondo i modelli e gli esperti, infatti, la Niña, iniziata ormai 2 anni fa, nel Settembre 2020, ha il 70% delle probabilità di continuare almeno per la prima parte dell’Inverno, per poi attenuarsi solo tra Gennaio e l’inizio della Primavera boreale 2023.

Per capire di cosa si tratta dobbiamo spostare il nostro sguardo a migliaia di km dall’Italia, in pieno Oceano Pacifico.
La Niña è un fenomeno che consta in un raffreddamento della temperatura delle acque superficiali oceaniche centrali ed orientali e che, di frequente, influenza il clima di tutto il Pianeta, con riflessi anche in Europa e in Italia. Come possiamo osservare nella mappa sottostante, l’ultimo rilevamento della temperatura superficiale delle acque dell’Oceano Pacifico (Ottobre 2022) la indicava inferiore di circa 1°C rispetto alla media e nei prossimi mesi la tendenza dovrebbe essere verso un ulteriore ribasso (-1,2°C).
Come già successo lo scorso Inverno quando le configurazioni a livello globale erano molto simili è ipotizzabile dunque che almeno fino a Dicembre sull’Italia permangano condizioni siccitose (o comunque di poche precipitazioni) con seri problemi legati in particolare alla secca dei fiumi e alla produzione di energia idroelettrica.

Le ultime proiezioni stagionali del Centro Europeo (ECMWF) confermano un inizio di Inverno caratterizzato da temperature oltre le medie climatiche di riferimento di circa 1/1,5°C, in particolare al Nord, parte del Centro (settori adriatici) e al Sud; più in linea col periodo invece sulle due Isole Maggiori. Dunque, quantomeno a Dicembre, non sussisterebbe il rischio di ondate di gelo intenso (un po’ come accaduto negli ultimi anni): questa è una notizia per altri versi positiva, soltanto in relazione ai temuti rincari sulle bollette dell’energia.

Solo con l’inizio del 2023 qualcosa potrebbe cambiare sul fronte meteo climatico: le proiezioni sul lungo periodo iniziano a fiutare un segnale interessante per quanto riguarda le anomalie di pressione a 500 hpa (l’altezza che si prende come riferimento per capire i movimenti delle principali figure atmosferiche): saranno sostanzialmente neutre sull’Europa Occidentale e sul Mediterraneo.
In concreto ciò significa che l’alta pressione potrebbe essere meno ingombrante e che una maggiore presenza delle basse pressioni potrebbe determinare (dopo tantissimo tempo) un surplus pluviometrico: insomma, all’inizio del prossimo anno potrebbe piovere e nevicare di più, almeno stando ai dati attuali.

Sia chiaro, stiamo pur sempre parlando di tendenze stagionali e come tali vanno prese, con la dovuta cautela.

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