D’ora in avanti dovrà adeguare i propri sforzi atletici in ragione della stanchezza e dell’affaticamento muscolare arrecati dal malessere appena scoperto

Un fulmine a ciel sereno per il mondo sportivo molisano. Maria Centracchio, prima molisana a conquistare una medaglia olimpica, esattamente il bronzo nella cat. -63 kg nello judo alle ultime Olimpiadi di Tokio, è affetta da fibromialgia. Trattasi di una “malattia cronica che provoca dolore diffuso, astenia -ossia indebolimento e stanchezza ingiustificate da uno sforzo fisico- e rigidità muscolare”, secondo quanto riportato da testi medico/scientifici. In effetti l’atleta molisana delle Fiamme Oro e militare della Polizia di Stato avvertiva da tempo un malessere diffuso, una sorta di spossatezza che all’indomani degli accertamenti si è rivelato dipendere dalla predetta fibromialgia. Maria Centracchio ha reagito positivamente alla notizia convenendo sull’opportunità di adeguare alla novità fisica la propria attività sportiva, che continuerà comunque a portare avanti grazie al sostegno morale e materiale di quanti le continuano ad essere vicini, vale a dire la propria famiglia, il fidanzato, gli istruttori e il Corpo Militare di appartenenza, cioè la Polizia di Stato. Ha ribadito cioè di avere tanti vicini ed al suo fianco, riscontri che la incoraggiano ad andare avanti lungo la strada sportiva intrapresa sin da giovanissima. Il bronzo a Tokio della Centracchio, si ricorda, rappresentò tantissimo per la giovane e per l’intero movimento sportivo molisano. Tutti cioè “scoprirono” il Molise e la tempra della sua gente. Il Molise di oggi è certamente al fianco di Maria Centracchio, perché torni presto in piena efficienza psico/fisica continuando a dare nuove soddisfazioni a se stessa innanzitutto ed all’intero movimento sportivo molisano e nazionale. Piace qui ricordare quando, presenti i vertici interregionali della Polizia di Stato ed autorità religiose e civili, il Molise la festeggiò ufficialmente nella piazza principale di Rocchetta al Volturno, suo Comune di origine, dove tra l’altro le fu fatto dono di un’opera lignea di un ebanista venafrano rappresentante il Molise, la sua terra di nascita. Ed allora “ad majora” carissima Maria, perché tutti i molisani vogliono tornare ad ammirarti ed applaudirti sui tatami di ogni angolo della Terra !

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