Discomusic anni Novanta, brindisi e “trenini”. Sono le immagini che arrivano da “The old factory”, discoteca romana nei pressi dello stadio Olimpico dove si è svolta la festa “Un anno a 5 Stelle”. Una festa, voluta da vicepremier Di Maio, che doveva restare chiusa alla stampa e per la quale la comunicazione del Movimento aveva vietato di dare pubblicità sui social invitando tutti ad evitare di postare foto per rispetto ai morti dell’attentato di Strasburgo e vista la delicata fase internazionale con la trattativa a Bruxelles sulla manovra italiana.

Proprio per questa seconda ragione, ai festeggiamenti, almeno fino a tarda sera, non hanno preso parte il vicepremier Luigi Di Maio e il ministro Riccardo Fraccaro impegnati fino a poco dopo la mezzanotte in un vertice con il premier Conte e il vicepremier Matteo Salvini. Per tutti gli altri non sono mancati i brindisi (8 euro una consumazione) e i trenini in pista, dopo il buffet a base di bocconcini di pollo, fagiolini bolliti, riso venere alle verdure.

Cosa c’è da celebrare? La disoccupazione in aumento? L’Italia che non cresce? O forse ancora festeggiano l’aver sconfitto la povertà? In un momento così delicato per il Paese, una festa del genere, è del tutto fuori luogo. Ma questi signori non dovevano rivoltare l’Italia come un calzino? Manca solo il “Bunga Bunga” e l’opera è completa. Questo è il governo del cambiamento?

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