L'On. Aldo Patriciello

Dalla provocazione alle incazzature l’On. Aldo Patriciello non ci sta e da Strasburgo, telefona in redazione affermando che le illazioni e anche la satira, non sono gradite sul trinomio che avevamo proposto ieri tra l’interrogazione dei consiglieri regionali pentastellati e il comunicato stampa del Consigliere Vincenzo Cotugno, uniti sarcasticamente in un discorso ben specificato nell’articolo di “fantapolitica” sulla clinica Fondazione Pavone di Salcito.

L'On. Aldo Patriciello
L’On. Aldo Patriciello

Prima di addentrarci nelle specifiche dei chiarimenti, dobbiamo dire che siamo contenti nel verificare che anche l’On. Patriciello da Strasburgo ci legge ed è un onore per il nostro lavoro, nonostante le critiche.

E come non comprendere le giuste posizioni dell’Eurodeputato sulla questione “Salcito”?

Sappiamo quanti guai ha prodotto la clinica ad Aldo Patriciello e al Neuromed fiore all’occhiello della ricerca medica a livello internazionale, negli ultimi anni.

Forse fu una scelta sbagliata rilevare nel 2000 la Fondazione Pavone di Salcito con la sua clinica? Le intenzioni erano buone, ma si ebbero subito problemi non dipendenti dall’acquirente. Nel 2002 come ci ha informati lo stesso Onorevole, la Giunta Regionale autorizzava alla struttura riabilitativa  70 posti letto, poi per ragioni di variazioni di legge sulla sicurezza D.M. 37/2008  e il relativo adeguamento, i posti letto autorizzati per la riabilitazione si ridussero a 60. Le autorizzazioni riguardavano le R.S.A.  strutture socio-sanitarie residenziali, che offrono prestazioni sanitarie assistenziali e di recupero funzionale a persone non autosufficienti, non assistibili a domicilio e che non necessitano di ricovero in strutture di tipo ospedaliero o nei centri di riabilitazione ex art. 26 Legge 833/78.

Da quella data si giunse “all’annus horribilis” per la vicenda Salcito, al 2008, con rinvii a giudizio per lo stesso Aldo Patriciello con relative condanne in primo grado, fino al 27 maggio 2011, quando dalla Corte di Appello di Campobasso giunse l’assoluzione con formula piena a tutti gli imputati tra cui anche l’Eurodeputato molisano. La motivazione della sentenza risiede nella non sussistenza dei fatti. Il processo vedeva coimputato Patriciello ed altre cinque persone per concorso in abuso d’ufficio relativamente al centro di riabilitazione di Salcito. Per don Orlando Di Tella, presidente della Fondazione Pavone, venne comunque confermata la condanna a quattro mesi per avere violato i sigilli apposti alla struttura.

Il danno si rivelò incalcolabile per il Neuromed titolare della clinica di Salcito, e crediamo come qualsiasi riferimento al Centro riabilitativo, faccia rigirare lo stomaco a chi ha subito non pochi problemi negli ultimi anni e continua ad averne.

Per chiarezza e spulciando di qua e di là le carte riferite alla clinica, appuriamo che il Centro di riabilitazione Paola Pavone di Salcito, pur avendo nel 2003 ricevuto un accreditamento provvisorio per l’erogazione di prestazioni di riabilitazione stipulato con contratto con l’ex Asl n° 3 “Centro Molise” con validità di sei mesi, la stessa struttura non ha mai avviato l’attività fino all’aprile 20014, in quanto  la clinica fu subito dopo sottoposta a sequestro per molti anni dall’Autorità Giudiziaria, proprio nell’ambito di un procedimento penale riguardante i provvedimenti in questione.

 

La Struttura Pavone di Salcito in sostanza, chiedeva e chiede l’accreditamento quale struttura riabilitativa privata finanziata dal bilancio della sanità pubblica.

Si evince che il Centro in questione, aveva perso i diritti all’accredito pubblico, in quanto pur avendo ricevuto l’autorizzazione, non era mai entrato in funzione.

Nella relazione della Asrem si evince inoltre, che l’accreditamento provvisorio concesso con delibera di Giunta Regionale n° 857 del 2003 deve considerarsi decaduto non avendo la Regione confermato tale accreditamento, nonostante il Centro Pavone, aveva presentato, successivamente, domanda di conferma per lo stesso.

In una serie di rimpalli giudiziari e ricorsi, si giunge ai giorni i nostri, dove da un lato vi è la pressione del Neuromed all’accreditamento della clinica di Salcito, e dall’altro la Asrem che disconosce il diritto del Centro a svolgere le attività per cui è autorizzata in regime di accreditamento con sottoscrizione di accordo contrattuale, ossia con prestazioni a carico del servizio sanitario regionale, in quanto la clinica privata è sprovvista di contratto.

Tale contratto, peraltro, per essere stipulato richiede che il Centro abbia ricevuto l’accreditamento da parte della Regione: una sorta di serpente che si morde la coda.

Il fattore che non offre speranza di accreditamento alla clinica di Salcito e giustifica i cattivi umori dell’On. Aldo Patriciello è il seguente.

Dopo ricorsi e sospensive del Tar – non scendiamo nei particolari per abbreviare – e all’intervento del Consiglio di Stato che l’11 dicembre scorso ha dato ragione all’Asrem, si evince che: “nessuna prestazione da parte della struttura  Paola Pavone potrebbe essere erogata con oneri a carico del servizio sanitario Regionale, sia per carenza dei requisiti previsti dalla normativa vigente, sia per mancata stipula del relativo contratto, oltre che di carenza di copertura finanziaria (riferita al debito milionario in sanità)”.

Per cui comprendiamo la stigmatizzazione del nostro articolo da parte dell’On Patriciello,  in una questione spinosa dove oltre al tempo e al denaro ha  rischiato per anni, con la spada di Damocle giudiziaria – fortunatamente risolta – di rimetterci anche la reputazione.

Pietro Tonti

 

 

 

Articolo precedenteProietti (UIL): Il Governo e il Parlamento devono urgentemente riaprire il capitolo previdenza
Articolo successivoLa Polizia di Stato avvia la seconda edizione di “Una Vita da Social”