In questi giorni anche in Molise sono stati convocati i collegi dei docenti nelle scuole secondarie di secondo grado per decidere se aderire alla sperimentazione di quattro anni del percorso di studi. La sperimentazione dei percorsi quadriennali è “riservata” a quelle poche scuole che potranno dichiarare, sotto la responsabilità personale del dirigente scolastico, di possedere tutte le risorse economiche e professionali, tali da poter sperimentare l’innovazione senza “oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato”.
In un contesto nel quale gli organici sono inadeguati, ci sono cattedre vuote per mancanza di docenti, ci sono disfunzioni generate dal divieto di sostituire il personale ATA assente, sono evidenti le carenze edilizie che non consentono un adeguato sviluppo degli ambienti di apprendimento, persistono le disfunzioni generate dalle scuole prive di dirigenti e dsga titolari, una tale sperimentazione è solo propaganda.
E’ un pasticcio che non risponde a alcune semplici domande: quali sono i bisogni che dovrebbero orientare i singoli progetti e a cui la sperimentazione intende dare risposte? Quali sono gli esiti delle sperimentazioni dei percorsi quadriennali già autorizzati o conclusi? Quali sono state le ricadute? Qual è il miglioramento che si vuole realizzare rispetto ai percorsi quinquennali? Quali sono i miglioramenti che la sperimentazione si propone anche rispetto ai percorsi quadriennali già autorizzati? Quali sono le convinzioni scientifiche offerte alla riflessione delle istituzioni scolastiche per orientarne la progettazione e in base alle quali il MIUR è convinto dell’utilità del modello? E come sarà possibile ricondurre ad unità le cento sperimentazioni sulla base degli scarsi elementi identitari del progetto stesso contenuti nell’avviso pubblico?
Intanto la FLC CGIL ha notificato al Tar Lazio il ricorso nei confronti del decreto 567 del 3 agosto 2017 che ha introdotto la possibilità di sperimentare la riduzione di un anno dei percorsi di istruzione nei licei e negli istituti tecnici. Per la FLC CGIL questo provvedimento è illegittimo perché pone in pericolo il godimento del diritto di istruzione in condizioni di eguaglianza da parte di tutti i cittadini (artt. 3, 33 e 34 della Costituzione).
Nel ricorso viene evidenziato come il MIUR si sia ripetutamente discostato dalle indicazioni date su questo provvedimento dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione che chiedeva omogeneità tra i progetti presentati per rendere attendibile il campione selezionato e per una valutazione scientifica della sperimentazione avviata al fine di estenderla sull’intero territorio nazionale.
L’aver previsto una sorta di competizione tra le scuole per l’accesso alla sperimentazione, affidando loro il compito di definire come raggiungere gli obiettivi didattici previsti per il quinto anno di corso entro il quarto anno, è irragionevole e illogico perché contrasta con quella che dovrebbe essere la funzione stessa della sperimentazione, e cioè il raggiungimento di una indicazione chiara del modello su scala nazionale. Ma soprattutto perché così facendo il MIUR abdica alla propria funzione di provvedere all’organizzazione generale dell’istruzione, garantendo il godimento del diritto all’istruzione in condizioni di parità sull’intero territorio nazionale.
Per la FLC CGIL la sperimentazione proposta risulta dannosa e sbagliata per la scuola italiana per l’assenza di fondamento scientifico, per l’inconsistenza di adeguate finalità educativo-didattiche e infine anche per i forti ed evidenti limiti sul piano costituzionale che il provvedimento di legge presenta.