di Tonino Atella

Da un lettore che si definisce “uomo di partito” riceviamo il testo che di seguito ospitiamo. “Sono iscritto a Fratelli d’Italia del Molise -attacca lo scrivente- e faccio politica, oggi non più di primissimo piano, da sempre. Ho rappresentato il partito in precedenti legislature amministrative della mia città di residenza, svolgendo un ruolo socio/politico efficiente secondo il mio modesto parere e sentite le considerazioni altrui. Sono di destra ed assolutamente democratico e rispettoso dei diritti di tutti, così come ossequio precisi doveri comportamentali, se è vero com’è vero che mi considero “uomo di partito” e quindi componente di una parte. In quanto appartenente ad un partito, com’è giusto definire colui che si richiama a principi, concetti e comportamenti di una determinata formazione politica, osservo e cerco di mettere in atto quanto il partito cui mi richiamo considera giusto e come tale da proporre ai propri iscritti e simpatizzanti nell’espletamento del mandato popolare loro temporaneamente affidato. Nessuna sudditanza preconcetta ed immotivata a chicchessia, sia chiaro d’acchito, nessuna “arrendevolezza” di pensiero a chi è momentaneamente al vertice o rappresenta il partito al suo interno ed a livello istituzionale, bensì responsabile atteggiamento comportamentale in linea col ruolo nel partito di riferimento.Ascoltare cioè quanto la formazione politica cui mi richiamo propone e suggerisce, evitando strade isolate che non portano da nessuna parte. Del resto se ci si riferisce ad un partito, ci si deve sentire “una parte” di siffatto soggetto di pensiero, si devono ascoltare direttive e suggerimenti, altrimenti si fa e si disfa da soli, autonomamente ed a proprio piacimento, in maniera del tutto personalistica e come tali non componenti di un partito, bensì come soggetti isolati ed autonomi che non rappresentano niente e nessuno, bensì solo se stessi ! L’eletto é depositario di verità assolute che gli derivano dai voti ottenuti ed in quanto tale in diritto di assumere atteggiamenti e decisioni del tutto soggettive, personali, autonome e senza ascoltare “la voce” di partito ? Mai concetto è stato più sbagliato ! I consensi ottenuti sono e restano di chi li ha espressi per conto di una determinata forza politica, e non appartengono a chicchessia ! Si, all’epoca espressi pro Tizio candidatosi per …, ma non certo di proprietà di Tizio, assolutamente ! E’ tanto lapalissiano, da non richiedersi spiegazione di sorta ! Ovviamente per chi vuole intendere ! Se poi per propria scelta si decide un bel giorno di procedere da soli senza ascoltare e senza procedere all’unisono con la formazione politica d’iniziale riferimento, si è liberi e padroni di farlo, ma posando e lasciando tutto quanto si ha in nome e per conto del partito di riferimento, senza pensare affatto che quanto si ha “in valigia”, alias i voti ottenuti, sia di stretta e personalissima proprietà privata ! No, il voto non appartiene a nessuno, ma é stato solo momentaneamente e temporaneamente affidato in forza ed in ragione di un’idea professata. Tanto premesso, veniamo al caso politico del giorno in Molise : le forti ed ufficiali divergenze di pensiero e comportamentali in FDI del Molise. Da una parte il referente regionale Filoteo Di Sandro ad esternare pensieri ed atteggiamenti in linea col partito nazionale e regionale, chiedendo che FDI del Molise prenda le distanze dal governo regionale molisano del Presidente Toma in quanto non in linea con le direttive nazionali del partito della Meloni e soprattutto perché mai coinvolto -FDI Molise- nelle scelte politiche, nei tavoli di confronto, nelle strategie da assumere. Sul versante oppostol’assessore regionale Quintino Pallante che, nominato inizialmente in quota FDI nella giunta Toma, attuerebbe oggi una condotta politica che a detta di Di Sandro non sarebbe in linea col proprio partito di riferimento, cioè FDI. Di Sandro cioè, da uomo di partito, chiede l’ossequio delle direttive politiche centrali asserendo che chi non le rispetta -Pallante- è conseguentemente fuori dalla formazione politica di riferimento. Di contro l’assessore regionale prosegue imperturbabile per la propria strada, convinto di essere dalla parte del giusto e della ragione a restare nel governo regionale a sostegno della Presidenza Toma e del proprio personale assessorato. Il pensiero di un modesto “uomo di partito” come il sottoscritto ? Se si è parte di una famiglia, si deve sentire l’appartenenza. Viceversa la porta è aperta per prendere altre strade!”.

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