Riceviamo e pubblichiamo

“Caro Assessore, è giusto stigmatizzare l’evento per far risaltare in maniera esasperata il comportamento in alcun modo giustificabile delle maestre in questione. A mio modesto parere, però, tutte le soluzioni che da più parti stanno indicando la videosorveglianza come l’elemento risolutivo della problematica, non mi trova allineato.

Ciò in quanto sono fermamente convinto che il lavoro sorvegliato viene inevitabilmente condizionato dalla SUPERVISIONE. Diciamo, invece, che la BUONA SCUOLA ITALIANA, ha bisogno di una giusta riforma che ci dia UNA NORMALE SCUOLA ITALIANA. In questo caso non avremmo insegnanti esasperate da una vita di corsa x raggiungere il traguardo della stabilizzazione, a un`età troppo avanzata, con mezzi stressanti sia sotto l’aspetto emotivo, sia sotto il profilo economico.

L’Italia e con essa il Molise ha bisogno di una Scuola con Insegnanti, Maestre e Collaboratori, individuati per Profilo Attitudinale e Professionale che dia la giusta Autorità e la Normale Autorevolezza ad una Istituzione che deve Accompagnare la Crescita dei Nostri Ragazzi e Dettare anche il Senso Civico x le Nostre Famiglie. I casi che vengono risaltati dalle cronache sono condannabili, ma non da meno sono condannabili e corresponsabili i Vertici, che non formulano idonee normative che tutelino il Benessere PSICO-FISICO del Lavoratore, costretto ad acquistare titoli e competenze x tutta la vita, arrivando così già usurato al lavoro.

Un tempo l’esperienza maturata sul campo valeva più dei manuali! Oggi studiamo mille orientamenti, approcci e scuole di pensiero fino a diventare rigidi e plastici sul campo. I casi estremi che vengono alla ribalta, a volte hanno come protagonisti Insegnanti Bullizzati; altre volte, come in questo caso, Bambini Violentati. Non sarebbe il caso di Elogiare più frequentemente gli Insegnanti che svolgono Egregiamente il Proprio lavoro? In questo modo ci sarebbe lo stimolo a migliorarsi. Come diceva Rita Leva Montalcini, i titoli non devono avere la Preminanza sull’inclinazione e sull’attidune del futuro lavoratore. Il diritto allo studio è apparentemente garantito in Italia. Il diritto al posto di lavoro, è, invece, subordinato all’acquisto del maggior numero di titoli possibili che può estromettere, prevaricando, l’attitudine”.

Antonio Martone
segretario Cisal

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