C’è un gran discutere della riforma della legge elettorale eppure nessuno si sofferma a riflettere seriamente sulla questione partendo dal presupposto principale che dovrebbe guidare l’intero percorso: la difesa e la tutela della democrazia.

Personalmente condivido l’esigenza di apportare modifiche all’attuale sistema di voto per le elezioni regionali, soprattutto migliorando la rappresentanza delle varie fasce del territorio molisano e garantendo ai cittadini l’assenza di esponenti delle istituzioni con conflitti di interesse.

Ma siamo certi che questo sia il momento giusto per attuare tale riforma? Quali sono le conseguenze che essa comporterà sulla democrazia?

Alcide De Gasperi sosteneva che un politico guarda alle future elezioni, uno statista guarda alla prossima generazione. Io credo che, in un discorso che poco interessa agli elettori sempre più scollati dalla politica incapace di dare risposte ai loro bisogni, nel momento in cui l’intero consiglio regionale si accinge a riformare il sistema elettorale, bisogna ragionare da statisti e non da politici. Bisogna quindi agire nel rispetto del popolo sovrano e nel rispetto delle leggi in vigore.

Questa premessa era necessaria perché, al di là dei tatticismi delle varie proposte in campo che conducono il discorso sull’abrogazione del listino, sull’eliminazione del voto disgiunto, sulla riforma dei collegi, c’è un dato che nessuno  degli addetti ai lavori ha preso in considerazione: il coinvolgimento dei cittadini che sono i principali attori della democrazia.

Bene, una riforma elettorale approvata da questo consiglio regionale a 5 mesi dal voto non consentirebbe ai molisani, se non fossero d’accordo con il testo approvato dall’aula,  di potersi esprimere sull’argomento con il referendum abrogativo. L’articolo 12 dello Statuto della Regione Molise, infatti, recita che “La richiesta di referendum non è ammessa nell’anno precedente la scadenza del Consiglio regionale”.

Sarebbe allora il caso, per una volta in questi anni di legislatura di centrosinistra, che la maggioranza uscente percorra una strada che veda il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati perseguendo l’obiettivo di una massima condivisione dentro e fuori il consiglio regionale.

Michele Iorio

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