di Christian Ciarlante

L’atteggiamento criminale di alcuni irresponsabili che sfidano le Forze dell’ordine, pur di fare il proprio comodo e, quello del Governo che dopo un mese dall’emergenza ancora sceglie di non decidere su misure più stringenti, non farà altro che prolungare la quarantena degli italiani. Non è ammissibile che le Regioni debbano decidere in via autonoma quali provvedimenti adottare per contrastare la diffusione del Covid-19.

Lombardia e Veneto chiedono da più giorni l’invio dell’esercito per controllare le strade, ma l’esecutivo tentenna. Invece di anticipare le decisioni, onde evitare un peggioramento dell’emergenza, si insegue il virus facendosi cogliere in contropiede: errore madornale! Le misure non prese oggi le pagheremo con gli interessi domani, senza dubbio. Non è normale ritrovarsi con più morti della Cina e che al 20 di marzo ancora non riusciamo a limitare il numero dei contagi. Come prevedibile, la negligenza del governo e l’irresponsabilità di molti, sta contribuendo a far aumentare la diffusione del Coronavirus al Sud.

Proprio qui, continuano ad arrivare persone provenienti dal Nord. Non si contano più le autocertificazioni inviate alle Regioni e con esse arrivano anche potenziali contagi. Molti pazienti ricoverati negli ospedali del Sud, infatti, sono parenti di persone, soprattutto giovani, rientrati dalle aree più colpite dal virus. Cosa accadrà con l’avvicinarsi della Pasqua? Vogliamo continuare a far finta che le misure in campo siano sufficienti?

Fonti governative confermano che, a stretto giro di posta, potrebbero arrivare disposizioni più dure. Indubbiamente, ci troviamo di fronte a qualcosa non facile da gestire e, a prescindere dal governo in carica, pero’, resta il fatto che il non essere concreti e rapidi nel prendere decisioni sta penalizzando e, non poco, il Paese. Anche il conflitto tra presidenti di regione e governo non giova alla causa. Le parole della politica sono state leggere, prive di qualunque influenza. La pessima comunicazione ha fatto il resto generando, in alcuni frangenti, isteria collettiva.

Altro aspetto non trascurabile è l’incertezza con cui ci si è attivati fin dall’inizio, non comprendendo la gravità del problema. Ci si è mossi male e troppo lentamente, si è permesso a troppe persone di muoversi liberamente su e giù per lo “Stivale”. E questo, pur essendo consci che il nostro sistema sanitario sarebbe andato in tilt. Ogni regione italiana si sarebbe dovuta chiudere a riccio, impedendo la libera circolazione dei cittadini, ma non delle merci e dei beni di prima necessità. La carenza di dispositivi di protezione individuale, soprattutto per medici, infermieri, oss e Forze dell’ordine, è stata un’altra falla del sistema.

Eravamo informati, anche se in minima parte, del dramma vissuto in Cina, eppure non siamo stati in grado di difenderci adeguatamente. Il nemico è stato sottovalutato anche dai cosiddetti esperti; addirittura, si pensava che in Italia il Covid-19 non sarebbe mai arrivato. Con i se e con i ma non si fa la storia, ma la prevenzione andava fatta a tempo debito. Va detto, con onestà intellettuale, che nessuno si sarebbe aspettato di vivere un incubo di tale portata.

Il tempo e la capacità di reazione sono tutto, senza dimenticare che occorre necessariamente la collaborazione di tutti. O si fa sistema, oppure non supereremo tanto presto questo dramma. Le regole sono importanti, vanno rispettate, l’obiettivo è fermare il dilagare del contagio. Solo quando la curva epidemica inizierà la discesa, allora saremo a buon punto, ma non alla fine del percorso.

Se poi, ognuno continuerà a comportarsi non superficialità infischiandosene delle conseguenze, ecco che il supplizio avrà tempi più lunghi. Non è ora di mettere al banco degli imputati chi ha più di qualche responsabilità, in ‘primis’ alcuni esponenti dell’esecutivo. Per ora, l’auspicio è che non pagheremo alla fine un conto troppo salato in termine di vite umane. Al momento, il bilancio, è già catastrofico.

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