Ho ascoltato le incredibili dichiarazioni di Andrea Greco.
I fatti sono questi e inconfutabili: lui ha portato il suo movimento ad appoggiare una decisione illegittima di Toma e del centrodestra.
Noi (io, Facciolla e Iorio) abbiamo eccepito che era inopportuna e anche sbagliata sul piano etico e politico, oltre che palesemente contro legge.
La Corte di Cassazione ha confermato questa interpretazione e ha dato torto a Greco e al suo emendamento a doppia firma con Toma.
Che io faccia notare la mia distanza da questo comportamento è il minimo, stante la gravità di quanto successo. Peraltro, non mi ero neanche soffermata su chi aveva sostenuto e chi non lo aveva fatto, proprio per evitare personalismi ed inutili tensioni. Ma avevo solo rimarcato come ogni parola della motivazione con la quale avevamo spiegato e con la quale avevamo presentato un emendamento che diceva ‘dalla prossima legislatura’ fosse stata confermata dall’Alta Corte.
Non ci voleva un genio del diritto!
I fatti erano ben chiari ben prima della sentenza della Cassazione.
Ora Greco prova a dire che questa verità rende complicato un accordo PD/5stelle. E perché? Perché si dice che quell’emendamento era sbagliato?
Eh beh, capita e non per questo può prendersela con qualcuno.
Perché, più che attaccare me, dovrebbe spiegare ai molisani il vero risultato politico di questa vicenda: appoggiare un emendamento che palesemente ha aiutato Toma a ricompattare la maggioranza, cacciando i consiglieri della sua stessa compagine che avevano iniziato a contestarlo, minacciando di non votare il Bilancio e di interrompere quindi la legislatura.
Questo è stato il secondo, deleterio, risultato nell’aver votato una norma non solo illegittima, ma politicamente indispensabile alla sopravvivenza del centrodestra.
E pur di non ammettere l’errore di valutazione, tenta di spostare l’attenzione pubblica dalla verità dei fatti (certificati dalla Cassazione, non da Micaela Fanelli) alle accuse di voler mettere a rischio l’alleanza tra il Pd e 5 Stelle.
Scusami Andrea, ma che c’azzecca? Hai avuto torto su un’azione politica e adesso se non si fa l’alleanza la colpa è mia?
I fatti, ripeto ancora una volta accertati dalla Corte di Cassazione, restano tutti lì. Punto.
E le motivazioni che ho espresso in Aula, non per difendere Tedeschi, Scarabeo o chicchessia, erano motivazioni puramente giuridiche, riprese poi in giudizio anche dagli avvocati di Antonio Tedeschi, che hai pure lodato per l’esito della sentenza.
E quindi, due pesi e due misure? Se lo dice il capogruppo Ps sbaglia e attenta all’alleanza, se lo scrivono gli avvocati e vincono la causa contro il tuo emendamento, invece sono bravi?
Scusami, ma il risultato non è sempre lo stesso?
Come diceva Immanuel Kant: “Il diritto non deve mai adeguarsi alla politica, ma è la politica che in ogni tempo deve adeguarsi al diritto”.
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