Listener - Copia

 

La  sfera di Giulia.

La sfera di Giulia Di Filippi, è una figura che esprime in maniera compiuta l’artista e il procedimento che accompagna la realizzazione dell’opera.

 

Non mi pare il caso di ricordare tutti i possibili significati e le simbologie che evoca la sfera e mi limito a proporre solo alcune riflessioni sull’opera.

La quale è cromosfera, nel senso che riporta al colore e, come da accezione,  al sole coperto da un altro corpo celeste che appare quindi solo con un alone risultando alla fine evanescenza, possibilità di arrivare e di andare;  è toposfera, perché  è la classica rappresentazione del corpo circolare, perché della sfera è uno specifico e adeguato senso e riferimento formale; ed è logosfera, proprio perché realizza un discorso sulla sfera, perché costruisce la figura geometrica con un percorso artistico che non si allontana mai da ciò che è la sfera realmente e potenzialmente.

 

 La sfera di Giulia ha un aspetto corporeo, ma non esercita nessuna pressione per allontanare lo spettatore dalla sua superficie che, difatti decide prima, durante e dopo, di che cosa è fatta.  E’ insomma il senso rivelato della sfera attraverso la sua superficie che l’opera  riconferma nella sua condizione – arida, se si vuole – di corpo geometrico circolare che nasce dalla rotazione di un semicerchio attorno al proprio asse.

 

E’ interessante soffermarsi – d’altra parte la loro forza attrattiva è notevole –  sui suoi elementi pittorici per scoprire, come fosse un percorso tracciato,  che le loro curvature impercettibili e i loro toni riconducono alla forma della sfera che l’artista isernina toglie dal suo silenzio reale o supposto – il bicchiere pieno o vuoto – per consegnarla finalmente discorsiva, che dice di sé come colore, come topos e come logos   quello che è e/o potrebbe essere.

 

Ed è appunto con questo gioco che l’artista ribadisce la magia della sfera che, pur essendo un corpo, richiama l’attenzione e l’interesse verso un proprio senso misterioso fatto di una superficie sempre aperta e in fuga, che sfugge perché non propone punti di riferimento che aprano porte e sensi, e che, come è noto, è incommensurabile e si lascia conoscere solo in modo approssimativo. O in quello che propone l’artista. Appunto.

 

 

Franco Avicolli

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