Coordinati dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Larino, i Finanzieri della locale tenenza della Guardia di finanza hanno portato a termine un’altra indagine di polizia giudiziaria e di polizia economico-finanziaria, in materia di reddito di cittadinanza.

Nello specifico, i militari delle fiamme gialle, con meticolosi accertamenti, mirati appostamenti e sopralluoghi, hanno acquisito numerosi elementi che, a seguito, altresì, di un lungo lavoro di incrocio di elementi di attenzione investigativa, hanno permesso di individuare altri 10 “furbetti” che hanno indebitamente percepito il contributo in argomento.

Diverse le posizioni al vaglio, con conseguente denuncia alla competente Autorità giudiziaria di coloro che, pur di ottenere l’accesso al beneficio, hanno dichiarato falsamente di averne diritto, autocertificando qualità, proprie o di familiari, non rispondenti al vero.

Più in particolare, la maggior parte di essi ha omesso di dichiarare patrimoni immobiliari e/o redditi, propri o di familiari appartenenti allo stesso nucleo, che per la loro entità non avrebbero permesso di beneficiare del contributo assistenziale. In un caso, è stato individuato anche un imprenditore che, pur avendo conseguito un reddito di impresa, di circa 49.000 euro, nell’anno di riferimento, aveva attestato nell’istanza presentata all’Inps un Reddito pari a zero.

In altri casi, le posizioni dei soggetti indebitamenti percettori del contributo erano riferibili ad uno stesso comune della provincia. Oltre alle denunce in sede penale, diverse le segnalazioni all’Inps per i conseguenti adempimenti di carattere amministrativo nonché per la sospensione della liquidazione del contributo e le conseguenti procedure di recupero delle somme illecitamente percepite, complessivamente anche fino a 100.000 euro.

Tale attività della guardia di finanza costituisce una delle mission istituzionali del corpo, in stretto coordinamento con l’autorità giudiziaria ed avvalendosi dei tipici poteri di polizia economico-finanziaria, affinché vengano scovati i “furbetti” e il sussidio pubblico in parola sia concesso a chi effettivamente ne ha bisogno e diritto, posto che l’indebito accesso a benefici assistenziali da parte di chi non ne avrebbe titolo aggrava l’iniquità sociale e genera un danno per la casse pubbliche, ancor di più nell’attuale quadro economico in tempi di “Covid-19”.

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