Totale noncuranza anche per ex Ospedale ed intera area circostante, “assalita” da vegetazione spontanea compresi alberi ad alto fusto
Si torna sull’ampia ed un tempo utile ed accogliente area dell’ex ospedale civile SS Rosario di Venafro per dirne purtroppo ancora una volta di abbandono, incuria ed assoluta mancanza della pur doverosa attenzione da parte delle istituzioni pubbliche preposte, alias l’Asrem,la sanità pubblica molisana che ne è proprietaria. Appena giorni addietro si è scritto dell’impossibile stato in cui versano sia l’ex struttura ospedaliera, abbandonata al suo avvilente destino di proprietà pubblica non più utilizzata e conseguentemente esposta a vandalismi e progressivo deterioramento, che l’ampia area circostante, adibita oggi a parcheggio per il vicino e nuovo SS Rosario ma a sua volta nient’affatto curata. Torniamo su tali servizi per dire, testimoniandolo con eloquente foto allegata, dell’abbandono che continua a caratterizzare in negativo l’antico ingresso di Cappella di S. Pasquale ed Ospizio per vecchi ed indigenti tenuto dagli Alcantarini, ordine religioso un tempo esistente a Venafro. Un accesso sino alla metà del secolo scorso tenuto in maniera perfetta alla pari della cappella religiosa e dell’intero ospizio, a testimoniare l’importante ruolo socio/religioso/assistenziale della storica struttura, successivamente divenuta Ospedale Civile. Oggi delle attenzioni pregresse non c’è traccia né testimonianza.
Di contro solo abbandono ! Ed agli organi d’informazione, ivi compreso futuromolise, spetta sottolineare siffatte negatività perché vengano finalmente rimosse nell’interesse della collettività che chiede il riutilizzo a fini sociali di tale proprietà pubblica. Ed eccoci perciò a ribadire l’abbandono ed il progressivo deterioramento dello storico SS Rosario esposto a progressivi vandalismi, la mancanza della benché minima attenzione verso la storia socio/religiosa/assistenziale di Venafro appunto con la vegetazione spontanea che ha letteralmente “assalito” l’ingresso di Cappella di San Pasquale ed Ospizio degli Alcantarini, nonché rovi, spine, vegetazione a josa, alberi ad alto fusto e tant’altro che occupano attualmente l’intera area circostante di tali strutture, un tempo di pubblica utilità ma oggi addirittura inavvicinabili. Servirà tale ennesima denuncia a che ci si rimbocchi responsabilmente le maniche per il recupero ed il riutilizzo del tutto in prospettiva sociale ? Non si può fare altro che sperarlo !