A beneficiarne sono 96 tra Comuni (87) e Città metropolitane (9) in cui risiedono quasi 20 milioni di, italiani, per 1.625 interventi da realizzare sul territorio di 326 comuni complessivi: tra questi, sono stati finanziati Campobasso per 18 milioni di euro e Isernia per 10.

Un investimento di questa portata a livello nazionale, utilizzando i parametri dello studio Ance-Istat “L’industria delle costruzioni: struttura, interdipendenze settoriali e crescita economica” del 2015, genera valore economico di 9 miliardi di euro (tra settore edile e indotto) e una ricaduta occupazionale di 42 mila unità.

“La condizione delle periferie – dice Cosmo GALASSO, Presidente dell’Ance Molise – dovrebbe essere al centro delle politiche sociali, ambientali, energetiche, sulla sicurezza e per lo sviluppo economico: non c’è formazione politica che non l’abbia affermato in campagna elettorale. In particolare, per le città, sarebbe necessario un piano più complessivo di rigenerazione. La ricaduta dell’utilizzo dei fondi per le periferie è importante anche per garantire una boccata d’ossigeno ad un comparto, come quello delle costruzioni in Molise, che attraversa una crisi devastante, come abbiamo più volte sottolineato”.

Eppure la Camera, nei prossimi giorni, potrebbe confermare l’emendamento già approvato al Senato che sospende i fondi.

“Parliamo – aggiunge GALASSO – di infrastrutture indispensabili a ridare decoro ai luoghi più degradati delle nostre città: per il capoluogo si tratta, tra gli altri, della riqualificazione del Mercato coperto di via Monforte, del percorso ciclopedonale attorno allo stadio Selvapiana, del recupero dell’ex mattatoio di via Garibaldi e di interventi sulla rete fognaria e viaria; per Isernia di progetti per riqualificare le aree periferiche del capoluogo pentro, ma anche relativi ad interventi sull’Auditorium e l’Acqua Solfurea.

Parliamo della rottura di accordi che erano garantiti dallo Stato e nei quali gli Enti Locali e i privati si sono impegnati con risorse umane, tecniche ed economiche. La disdetta unilaterale degli accordi non può che avere pesanti conseguenze immediate e future, con una ulteriore perdita di fiducia di tutti verso i progetti di collaborazione tra pubblico e privato nella rigenerazione delle nostre città”.

Secondo il Presidente dell’Ance, “Al recupero delle periferie è dunque necessario dare massima priorità, superando contrapposizioni di bandiera che rischiano di far perdere di vista l’obiettivo principale: il benessere della collettività. Per queste ragioni abbiamo scritto a tutti i componenti della nostra deputazione parlamentare perchè agiscano concretamente in direzione dell’immediato sblocco delle risorse, sollecitandoli anche ad impegnarsi per destinare nuovi finanziamenti alla rigenerazione delle città, con progetti innovativi e compatibili con l’ambiente, con selezioni più rapide che premino la qualità, ma soprattutto favorendo quei progetti capaci di incidere in modo efficace sul tessuto urbano delle zone periferiche, in particolare con interventi di demolizioni e ricostruzione migliorando la qualità della vita di chi ci abita.

Un impegno del Governo, quindi, che non deve essere solo economico ma fattivo, controllando spese, tempi e risultati dei progetti, risolvendo le inefficienze burocratiche che spesso si sono verificate in passato, per avviare un percorso virtuoso che rigeneri le periferie facendole esempi di efficienza per tutta la città. In questa direzione, siamo disponibili da subito a collaborare su un piano che è strategico per il futuro delle nostre città, dei cittadini e di tutta la nostra regione”.

“Ripartire dalle città – conclude GALASSO – vuole essere l’estrema sintesi di una nuova visione di sviluppo che trova alcuni dei valori fondanti nella compattezza e bellezza delle aree urbane, nella riappropriazione dei luoghi pubblici, nell’accoglienza e nell’integrazione, nella conservazione del territorio. Le nostre città hanno bisogno di una visione strategica, una cultura sistematica della trasformazione, riqualificazione, rigenerazione urbana, categorie di interventi che producono ricadute in termini economici ma anche sociali e ambientali”.

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