L’affondo di Gianfranco Fini
L’ex parlamentare di destra, fuori dai giochi politici italiani da tempo, si esprime sull’antifascismo invitando il Presidente Meloni a fare altrettanto
Era stato in gioventù promettente soggetto politico tanto da divenire il “delfino”-in senso buono- dell’indimenticabile On. Giorgio Almirante, l’oratore della destra italiana unanimamente apprezzato tant’è che anche da sinistra andavano ad ascoltare gli affollatissimi comizi del predetto Almirante in piazza riconoscendogli l’innata arte oratoria. Quindi designato segretario dell’allora Movimento Sociale Italiano ed a seguire Presidente di Alleanza Nazionale, la formazione politica nata dall’MSI. Erano i tempi (anni ’80) in cui, ospite anche del Molise, veniva accolto con ampi favori popolari ovunque, compreso Venafro, dove parlò dinanzi a tanti sul palco di piazza D’Acquisto incassando consensi ed applausi, girò tra gli ambulanti del mercato infrasettimanale di Corso Molise che lo accolsero con viva simpatia, gustò i biscotti venafrani offertigli da un laboratorio artigianale e sorseggiò l’ottimo caffè di un barista di Corso Campano, incontrando ovunque simpatia a piene mani. Dopodiché suo malgrado prese a “scivolare” ! Si rese protagonista di iniziative politiche miranti a personali collocazioni politiche a livello internazionale, previo lo scaricamento sostanziale della destra italiana, evidentemente da lui considerata ostativa di tanto. Siffatte mosse però lo resero inviso a moltissimi componenti della destra italiana dell’epoca, sia comuni cittadini che personaggi politicamente impegnati, finendo per isolarlo. Venne intatti allontanato dalla scena politica italiana. Si aggiungano a tutto questo le particolari vicende giudiziarie proprie e di suoi congiunti che lo coinvolsero in prima persona. Si sta scrivendo, lo si sarà ampiamente capito, di Gianfranco Fini, decenni addietro preciso e garante punto di riferimento politico della destra italiana, da tempo però fuori dai giochi politici italiani per tutto quanto fatto e capitatogli, ma che periodicamente torna in auge, ospite di media nazionali, pretendendo di dire la sua su tematiche politiche di destra. L’ennesimo caso, ripreso da tanti organi d’informazione, nell’ambito del dibattito in corso circa le celebrazioni per la Festa della Liberazione del 25 aprile, nel cui contesto l’ex parlamentare di destra ha asserito, “La destra dica che ha chiuso con il fascismo”. Nell’articolo, che si allega per comodità di chi legge, Fini ritiene di essere nelle condizioni e nel diritto di … dare consigli al Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana e Presidente di Fratelli d’Italia, on. Giorgia Meloni, invitandola ad uscire dall’ambiguità, non essendo la Meloni donna ambigua -riconosce Fini- ed asserendo che la destra italiana i conti con il fascismo li ha fatti sino in fondo quando è nata Alleanza Nazionale. “Si dica chiaramente -conclude Fini- che il nuovo partito si riconosce nei valori antifascisti”. Sulla questione, alcune essenziali considerazioni. Innanzitutto ricordiamo che il Presidente Meloni ha più volte ribadito la sostanziale avversione propria e del partito che rappresenta dagli estremismi di ogni tipo, rigettandoli a priori in tutta coscienza e piena cognizione di causa. Ma soprattutto, Sig. Fini, modestamente ma con piena convinzione non pensiamo che Lei stia nelle condizioni di poter dare consigli politici a chi oggi rappresenta a pieno titolo il pensiero di destra a livello nazionale, pensiero dal quale Lei si allontanò decenni addietro col massimo della determinazione per precise sue finalità personali. Oggi Lei certamente ha pieno diritto di esprimere pareri ed opinioni, ma Fratelli d’Italia del 2023, la Presidente Meloni e l’italiano di destra sanno benissimo come e cosa fare dopo aver guadagnato a pieno titolo la fiducia degli italiani, tant’è l’azione governativa ricevuta ed intrapresa a favore dell’intera collettività nazionale. Non importa se non condivisa da Gianfranco Fini, che pensiamo potrebbe esimersi da suggerimenti gratuiti, in quanto non richiesti.