Anche le tempeste magnetiche solari, come tutti i fenomeni fisici, hanno una scala di valutazione e di grandezza. Si va da G1, le più leggere, a G5, le peggiori. Quella di ieri doveva essere una G3, la più forte degli ultimi cinque anni, e tanto sarebbe bastato per fare danni al nostro pianeta. Avrebbe potuto, per esempio, creare fortissime interferenze nelle comunicazioni radio e satellitari, mettendo a rischio la navigazione aerea e marittima . Ma, alla fine, quella che è stata registrata è stata una semplice tempesta G1.
Come mai, allora, tanto allarmismo? Non era possibile prevedere sin da subito l’intensità della tempesta solare? Sì e no, secondo gli scienziati dello Space Weather Prediction Center di Boulder, in Colorado. Uno di loro, Joe Kunches, spiega le tempeste solari con una metafora: «Noi siamo come un battitore di baseball che cerca di intercettare una palla curva». In parole povere, quindi, gli scienziati sanno che sta per arrivare una palla e che sarà veloce, ma non possono sapere con che inclinazione e forza impatterà sulla terra. Per questa volta, quindi, ci è andata bene.