In un anno il carrello della spesa balza del 4,5% e spinge l’inflazione oltre il 3%. Benzina e alimentari alle stelle.

L’inflazione acquisita per il 2012 è pari all’1,9%. L’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, scende al 2,2% dal 2,3% di gennaio 2012. Al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo sale al 2,3% (era +2,2% a gennaio).

I PREZZI DEI BENI – La lieve accelerazione dell’inflazione – spiega l’Istat – deriva dall’aumento del tasso di crescita tendenziale dei prezzi dei beni (+4,2%, dal +3,9% di gennaio 2012), soltanto in parte compensato dal calo di quello dei servizi (+2,2%, dal +2,3% del mese precedente). Come conseguenza di tali andamenti, il differenziale inflazionistico tra beni e servizi aumenta di quattro decimi di punto rispetto al mese di gennaio. Nel mese di febbraio, da un punto di vista settoriale, i più rilevanti effetti di sostegno alla dinamica congiunturale dell’indice generale derivano dagli Alimentari non lavorati e dai beni energetici non regolamentati (per entrambi +1,7%). Particolarmente forte è stato l’aumento dei prezzi dei vegetali freschi (+8,7% in termini congiunturali). Un impatto significativo deriva anche dall’aumento congiunturale dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+0,8%). I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza subiscono forti rincari, aumentando dello 0,7% su base mensile e del 4,5% su base annua (+4,2% a gennaio). L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,2% sul mese precedente e del 3,4% su quello corrispondente del 2011 (lo stesso valore registrato a gennaio 2012). Anche in questo caso l’Istat conferma le stime preliminari

LE MOTIVAZIONI – L`inflazione è spinta dall`aumento del carrello della spesa (+4,5 per cento) determinato dal balzo record nei prezzi di benzina (+18,6 per cento), gasolio (+25,5 per cento) e degli alimentari a partire dagli ortaggi (+8,6 per cento) i cui prezzi salgono per effetto di neve e gelo sui quali si sono innescati anche fenomeni speculativi.

L’ANALISI – E`quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat sulla risalita al 3,3 per cento dell`inflazione a febbraio che «sono stati fortemente condizionati dal grande freddo». Incrementi rispetto allo scorso anno si registrano – sottolinea la Coldiretti – anche per i prezzi del pesce fresco di mare di pescata (+5,7 per cento) e del pesce fresco di mare di allevamento (+8,9 per cento), per la carne bovina (+ 2,7 per cento), per la pasta con +2,3 per cento e soprattutto caffè (+14,7 per cento) mentre sono diminuiti i prezzi della frutta (-2,4 per cento). Il risultato è un contenimento dei consumi alimentari con le tavole degli italiani «che si sono impoverite in quantità nel 2011 dalla carne bovina (-0,1 per cento) a quella di maiale e ai salumi (-0,8 per cento), dall’ortofrutta (-1 per cento) alla pasta (-0,2 per cento) fino al latte fresco (-2,2 per cento)», secondo una analisi della Coldiretti. «Una situazione che potrebbe aggravarsi nel corso del 2012 per effetto dell`aumento delle aliquote Iva previsto per ottobre che con il passaggio dall`aliquota del 21 al 23 per cento – conclude la Coldiretti – colpirebbe alcuni prodotti di largo consumo come l`acqua minerale, la birra e il vino».

LA CORSA DELLA BENZINA – Il prezzo finale della benzina è in Italia il più caro d’Europa «per effetto della tassazione. Rispetto ad altri Paesi europei, in quest’ultimo anno i prezzi sono cresciuti di circa 20 centesimi sulla benzina e 23 sul gasolio per effetto dell’aumento di accise e iva». Così Piero De Simone, direttore generale di Unione Petrolifera, ha spiegato invece il rincaro del carburante: «I consumi stanno precipitosamente riducendosi. L’anno scorso abbiamo perso 2 milioni di tonnellate di prodotti. E negli ultimi 4 anni – ha evidenziato – l’Italia ha perso 20 tonnellate. La gente di fronte all’aumento dei prezzi consuma meno». Il modo per risparmiare però c’è «già oggi»: «se il consumatore si fa benzina da solo con il self service lo sconto è di 4-5 centesimi e di 10-12 fuori dall’orario di lavoro». Con gli ultimi provvedimenti si potrà inoltre «procedere ad un’automazione spinta dei distributori». «Le compagnie stanno trasformando quelli che esistono. Ma tutto ciò – ha concluso – ha un impatto di tipo sociale perchè presuppone la scomparsa dei gestori e questo non viene ben visto dalle associazioni di categoria».

Fonte: Corriere della Sera
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