L’acqua è un bene pubblico e sui poteri del commissario ad Acta per la sanità le regioni non possono essere totalmente esautorate.

Come si evince dalla lettura delle motivazioni addotte dal Consiglio dei Ministri per impugnare gli art. 3, 18, 67, 68, 69 e 79 della legge regionale finanziaria n. 2 del 26 gennaio 2012, le stesse segnano  un’atavica approssimazione giuridica della Regione Molise che meriterebbe maggiori approfondimenti alla luce di numerosi atti legislativi impugnati dal Governo e parzialmente accolti dalla Corte Costituzionale con provvedimenti di consolidamento della struttura tecnica preposta ad istruire le proposte di legge.

Per altro verso però è dovere della Regione resistere  in giudizio innanzi alla Corte Costituzionale in difesa di parte dell’articolato della legge finanziaria n.2/2012 e in particolare và contrastato l’orientamento del Governo contro la tutela dell’acqua quale bene pubblico universale così com’è stato sancito dal pronunciamento referendario plebiscitario dello scorso anno. E in aggiunta c’è bisogno di opporsi all’interpretazione del Governo circa i poteri conferiti al Commissario ad Acta della Sanità che non tengono conto delle prerogative costituzionali e delle attribuzioni di legge sulle funzioni legislative e di programmazione delle Regioni. Se passa questa  ipotesi interpretativa del Consiglio dei Ministri rischia di essere totalmente inutile anche il confronto avviatosi sul nuovo Piano Sanitario perché si intende il Commissario ad Acta quale accentratore di poteri assoluti in condizionabili in alcun modo da parte degli Organi della Regione. Non è così come più volte ha rimarcato la Corte Costituzionale e come ci ricordano le Ordinanze del TAR Molise e del Consiglio di Stato. Un conto è chiedere da parte del Consiglio dei Ministri di cassare l’art. 18 commi 1) e 2) su modalità di rimborso spese per i propri dipendenti non in linea con le leggi in vigore. Ed altra cosa è  precludere al Molise la tutela dell’acqua come bene pubblico o impedirgli di esercitare le funzioni costituzionali in ordine alla materia sanitaria che non può essere appannaggio di una tecncocrazia inadeguata, assente e lontana dalla conoscenza dei problemi strutturali e dai bisogni sanitari delle popolazioni molisane.

Michele Petraroia
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