di Tonino Atella

La storia : la pensione di un coltivatore diretto con 40 anni di lavoro e contributi e di contro il “fresco” sussidio di cittadinanza a soggetto dall’occupazione incerta.

Quanto segue non ha bisogno di commento alcuno da parte di chi scrive, prevedendosi le tante conclusioni  -amarissime !- da parte di chi legge. La storia, che non è affatto unica bensì purtroppo usuale e tanto ricorrente da un po’ di tempo a questa parte, per  l’esattezza da che è stato ideato ed introdotto il chiacchieratissimo sussidio di cittadinanza, che avrebbe dovuto aiutare “disgraziati” in difficoltà sotto il profilo occupazionale ma che si sta rivelando nostro malgrado tutt’altro. Veniamo all’accaduto. In mattinata entrano due soggetti nell’ufficio postale di Venafro e disciplinatamente si muniscono del tagliando per accedere agli sportelli e restano in attesa del loro turno. Dal computer della sede postale vengono chiamati in stretta successione agli sportelli ed entrambi vi si avvicinano per espletare quanto a loro necessario. I due hanno somme da ritirare : uno la pensione quale ex coltivatore diretto con oltre 40 anni di contributi e l’altro quale “fresco” intestatario di sussidio di cittadinanza, senza però che si sappia quale lavoro abbia fatto in vita e in quale ambito. I due uomini, come detto di sportello postale l’uno accanto all’altro, si guardano, si salutano anche conoscendosi come compaesani, mentre i dipendenti di Poste Italiane consegnano all’ex coltivatore diretto forte di 40 anni di lavoro e di contributi ben … euro  550 ed al neo titolare del sussidio di cittadinanza dal lavoro sconosciuto la ragguardevole somma di 700 euro, quali loro assegni mensili di pensione ! Ognuno conta il denaro che si ritrova tra le mani, istintivamente si scambiano gli sguardi e ciascuno resta a pensare. L’ex coltivatore diretto non riesce affatto a sorridere, l’altro che ha appena intascato il sussidio di cittadinanza se ne va via allegramente, a passo svelto e salutando a destra e a manca. E’ così che deve andare ? Peccato non poterlo chiedere all’ex coltivatore diretto venafrano, “forte” dei suoi 550 euro mensili dopo 40 anni di lavoro e di contributi. Il parere del neo titolare del sussidio di cittadinanza ? Beh, lasciamo stare … ! Perciò meditate, gente, meditate … !

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