Siamo, ormai, giunti nel vivo della campagna elettorale e, come preannunciato,
continuano gli attacchi ad personam posti in essere dai 5 stelle.
Questa volta è stato preso di mira il Presidente Michele Iorio (uno che ha scritto
una pagina importante della storia politica del Molise) per essere stato condannato
dalla Corte dei conti a restituire € 100.000.
Che dire !: o, forse, che non dire?
Bisogna, invero, attaccare, altrimenti non si sa che dire: questo è il motto che
“guida” la campagna elettorale dei 5 stelle.
Ad oggi nessuno conosce il programma elettorale della loro coalizione e,
soprattutto, ancora non vengono illustrate ai molisani le soluzioni dei vari
problemi che attanagliano il Molise.
Tuttavia è, invece, noto che nella lista del partito democratico sono state candidate
2 persone condannate per abuso d’ufficio (e che, se eletti, decadranno in
applicazione della legge c.d. Severino) e che la coalizione di cds ha “accolto” 2
saltatori della quaglia (Giuditta Lembo e Antonio Tedeschi di già candidati con le
liste di Vincenzo Niro) mentre i 5 stelle erano intenti a gridare a tutti la laro
morale: noi non accoglieremo nessun saltatore della quaglia.
Evidentemente le percentuali bassissime di consenso elettorale determinano in
loro “uno stato confusionale” in virtù del quale professano una cosa, ma fanno il
contrario (forse, nemmeno, rendendosene conto).
Ma veniamo a noi.
Nel caso in cui fossi eletto porterei all’attenzione del consiglio regionale la
necessità di efficientare le infrastrutture già esistenti e di migliorare la viabilità
stradale, ferroviaria e, soprattutto, portuale.
Inoltre, si potrebbe “sfruttare” il PNRR ( e i fondi a disposizione) per creare nuove
figure lavorative, cioè nuovi profili professionali che non sono reperibili altrove come, ad esempio, i social media specialist, i social media menager, i comunity
manager e i digital specialist.
Figure, queste ultime, legate alla digitalizzazione (che rappresenta il futuro) che
consentirebbero, sicuramente, di caratterizzare il Molise e differenziarlo anche
rispetto ad altre regioni italiane rendendolo competitivo ed attrattivo.
Infine, proporrei di realizzare un centro di tartuficoltura unico regionale (con una
sede per ogni provincia) per la produzione di piante micorrizzate da vendere in
modo da rilanciare il settore della tartuficoltura.
Infatti, è da oltre 15 anni che non ci si occupa di questo settore strategico che
coinvolge oltre 7.000 cercatori di tartufo molisani e che è capace di creare
ricchezza e lavoro (basti pensare che solo ad Alba la fiera trimestrale del tartufo
bianco movimenta circa € 20.000.000).
Occorre, di conseguenza, finanziare tali attività utilizzando i fondi del PNRR –
nella parte relativa ai rimboschimenti con piante produttive – e i fondi del PSR il
cui obiettivo e, proprio, quello di rilanciare il settore dell’agricoltura.

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